Martin Griffiths, inviato dell'Onu per lo Yemen, si ritiene abbastanza soddisfatto per i “fruttuosi” colloqui avuti con Abdel Malek al-Houthi, leader dei ribelli yemeniti, nella capitale di Sanaa. L’incontro tra i due ha messo le basi per la ripresa del processo di una soluzione politica con il fine di fermare le guerre interne ed esterne che stanno via via distruggendo il paese.
"Ringrazio Abdel Malek al-Houthi, che ho incontrato ieri, per il suo sostegno e per le fruttuose discussioni che abbiamo avuto", ha affermato l’inviato delle Nazioni Unite.
“Tutte le parti (altri gruppi di ribelli, ndr.)” che ho incontrato durante i miei diversi appuntamenti “hanno espresso il loro desiderio di pace, ma hanno concordato con me idee concrete per raggiungere la pace.” Sono sicuro che un accordo tra le parti possa creare delle “condizioni positive” per un “risveglio di un rapido processo” di pace, ha aggiunto Griffiths.
"Le mie discussioni con tutti proseguiranno nei prossimi giorni e spero di vedere il presidente (dello Yemen) Abd Rabbo Mansour Hadi molto rapidamente".
Martin Griffiths ha già incontrato la scorsa settimana il presidente Hadi, commentando l’esito dell’incontro come “molto positivo”. Il governo yemenita chiede il ritiro dei ribelli di Houthi dalla capitale, dal porto e dall'intera provincia di Hodeida, posizione sostenuta anche dagli Emirati Arabi Uniti, che appoggiano il governo Hadi.
La guerra in Yemen è iniziata tre anni fa, con l’intervento militare saudita. Ad oggi lo Yemen è un paese dilaniato e porta dietro di sé la “peggiore crisi umanitaria del mondo” con oltre 100 mila morti, come asserito dalle Nazioni Unite.
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