"Abbiamo lavorato molto, col sostegno dei partiti politici, per trasferire parte del peso fiscale dai settori produttivi alle proprietà, per contribuire al consolidamento fiscale senza pesare troppo". Con queste parole Mario Monti, a Monaco di Baviera per la Conferenza sulla sicurezza, spiega il lavoro del suo esecutivo nei primi mesi di governo e sottolinea come "nonostante il momento di austerità il governo ha esteso i finanziamenti alla partecipazione italiana ad alcune missioni di peacekeeping".
"Non siamo nel mezzo, ma verso la soluzione della crisi", ha aggiunto il premier, secondo cui in Italia si assiste ad un "esperimento interessante": la "profonda" crisi ha "obbligato" i partiti ad un "disarmo reciproco". Il governo si impegna comunque "a raggiungere la nostre misure di austerità con più competitività e più liberalizzazioni, prendendoci cura il più possibile dei costi di transizione che questo implica per le categorie sociali più deboli".
Ora però l'Europa deve "non solo una soluzione alla crisi ma una soluzione armoniosa, evitare i fantasmi del passato sull’euro e i pregiudizi Nord-Sud, piccoli e grandi Paesi". E ha precisato: "Anche il paese che ci ospita, la Germania, si deve impegnare di più".
Per quanto riguarda le politiche europee, per Monti si va
verso "un’integrazione politica" e non verso una "disgregazione". L’accordo a 25 sul fiscal compact raggiunto a Bruxelles "è importante perché si tratta di un compromesso ragionevole, in quanto paesi come la Polonia e la Svezia ne saranno parte integrante. Come risultato della crisi si è sempre più deciso di attuare delle riforme a livello comunitario, senza andare a delle proposte un pò troppo bizzarre. Il fatto che adesso ogni Paese abbia portato a Bruxelles la sua bozza di bilancio prima di approvarlo nello stesso Parlamento nazionale non è un’ottima scelta di integrazione politica?".
Sul suo mandato e l'ipotesi che possa ricandidarsi nel 2013, il premier taglia corto: offrire soluzioni a "breve termine" è "l’antitesi della leadership. Si governa a breve nei momenti di trasformazioni storiche. Quello del breve termine è un atteggiamento che ha caratterizzato anche quelle aree della politica che dovrebbero esserne meno soggette, come per esempio l’esercizio della disciplina".
Poi ha aggiunto: "Non ho mai detto ai cittadini italiani vi chiedo di fare questo perché Bruxelles lo chiede.
Io invece dico che l’Europa è un’istituzione molto ragionevole a cui tutti diamo un contributo per mantenerla e che chiede a tutti noi delle cose che sono nel lungo termine nell’interesse delle generazioni future, del nostro Paese. È troppo facile dare la colpa a Bruxelles, dire, saremmo stati più buoni con voi, ma Bruxelles ce l’ha impedito. Questa è una ricetta perfetta per distruggere l’Europa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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