Un omaggio al genio di Amedeo Modigliani per inaugurare venerdì prossimo la nuova sede del Museo d'Arte di Gallarate, il Maga nato dalla storica Galleria civica. Dipinti e disegni provenienti da musei e collezioni di pregio tra cui la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli di Torino, la Gnam di Roma, la Pinacoteca di Brera e i Musei Civici di Milano per dar vita a "Il mistico profano", la mostra che presenterà, nell'allestimento di Maurizio sabatini (autore dei set del film "Baaria" di Giuseppe Tornatore), una ventina di celebri dipinti, tra cui alcuni ritratti e un nucleo di nudi. Oltre a cinquanta splendidi disegni del maestro livornese. Insieme alle opere, la mostra presenterà un ricco apparato documentario composto da fotografie, epistolari, scritti autografi e materiali di studio che permetteranno l'approfondimento della personalità artistica di Modigliani e dei diversi contesti in cui negli anni tale personalità si è inscritta e sviluppata, da quello familiare livornese a quello artistico parigino. I documenti verranno esposti in originale e provengono dal Modigliani Institute di Roma.
Una rassegna, quella allestita negli spazi del Maga, che vuole ricostruire un percorso pittorico. Giunto a Parigi nel 1906, Modigliani vi incontrò i fermenti della nascita della contemporaneità. È l'anno della morte di Paul Cezanne e della piena affermazione della scultura romantica di Rodin, poco prima dell'esplosione delle avanguardie (Picasso inizia proprio nel 1906 a lavorare sulle "Demoiselles d'Avignon") e del vorticoso dilagare di Cubismo, Futurismo, Surrealismo ed esperienze Dada. E si consolida un sempre maggiore interesse per le opere di Art Negre che, dopo la loro prima apparizione nel 1897 alla Esposizione universale di Bruxelles, iniziano a diffondendosi nei circuiti ristretti e marginali. In particolar modo tra gli artisti in cerca di una ritrovata purezza spirituale e simbolica.
In quel clima Modigliani frequenta artisti e intellettuali, è amico di Picasso e Max Jacob, Matisse e Brancusi, Kisling, Soutine, Foujita e Soupault e con essi divide cibo e pensieri, donne e assenzio, ma non aderisce a nessuno dei movimenti in voga, perché non rinuncia alla continuità ideale della sua formazione, dagli amori giovanili per la pittura italiana del Trecento e per la scultura di Tino da Camaino (ammirato al Museo nazionale del Bargello) alla formazione postmacchiaiola, maturata nello studio di Fattori. Una straordinaria personalità creativa quella di Modì che elabora una pittura dell'anima traendo elementi dall'educazione giovanile e dalle suggestioni dell'arte italiana.
Ecco dunque che la mostra del Maga apre il percorso espositivo con "Stradina toscana", dipinta a Livorno nel 1889 e prosegue con i capolavori della maturità creativa, ritratti come quelli di Paul Guillaume del 1916, proveniente dal Museo del Novecento di Milano e di Moise Kisling (1915) da Brera, o nudi scandalosi e celebrati, tra cui il Nudo sdraiato (1918-1919) della Galleria Nazionale d'Arte Moderna e il Nu couchè (1917) della Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, icona dell'esposizione. Tra i disegni, meravigliosi studi di teste e la serie delle Cariatidi.
Il nuovo Maga, che si apre con questo grande omaggio a Modigliani, è costituito da un complesso architettonico di oltre 5mila metri quadrati, articolato in due edifici attigui e comunicanti.
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