Musei, in due anni agli Uffizi 400 opere salvate dai tarli

Fra i quadri della grande galleria fiorentina difesi dagli attacchi degli insetti anche le incoronazioni della Vergine di Monaco e Botticelli e l'adorazione dei pastori di Hugo van der Goes. Il tutto senza sottrarre i capolavori all'esposizione

«Guerra» ai tarli alla Galleria degli Uffizi. In poco più di due anni sono state disinfestate oltre 400 opere. L'assalto degli insetti xilofagi, una presenza tipica in ambienti con strutture lignee, quali musei o quadrerie, viene costantemente debellato con un sistematico intervento conservativo condotto dalla direzione e dal personale della Galleria, grazie anche a un finanziamento dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
«Anche la tutela è valorizzazione, pur facendo meno notizia - osserva il direttore del museo Antonio Natali - e con i fondi concessi dall'Ente e con quelli statali, siamo potuti intervenire su oltre 400 opere, dal 2008 a oggi. Attualmente stiamo organizzando il trattamento chimico di tutte le porte della Galleria e il risanamento delle decorazioni lignee della Sala delle Miniature. Ma, soprattutto, siamo potuti intervenire su opere di grande importanza e dimensione quali il polittico con l'Incoronazione della Vergine di Lorenzo Monaco, l'Incoronazione della Vergine di Botticelli e il trittico con l'Adorazione dei pastori di Hugo van der Goes, interventi urgenti e delicatissimi che abbiamo effettuato senza muovere le opere e senza intralcio per il pubblico: non bisogna dimenticare, infatti, che due di questi dipinti sono collocati in una sala rilevante quale è quella di Botticelli. Rinnovo quindi la mia gratitudine all'Ente per la sua disponibilità».
«Riteniamo quanto mai opportuno - dichiara il presidente dell'Ente Michele Gremigni - affiancare il nostro sostegno a eventi culturali di grande rilevanza con finanziamenti destinati ad interventi di tutela che incidono in maniera ancora più significativa nella salvaguardia dei nostri capolavori. Intendiamo procedere in questa direzione consapevoli di quanto sia determinante lo stato di salute di un'opera prima ancora della sua fruizione».
In particolare, l'intervento sul polittico di Lorenzo Monaco era ritenuto improcrastinabile per lo stato di conservazione dell'opera ed è stato eseguito posizionando di fronte al dipinto, che è alto quasi 5 metri, un telo di materiale speciale, agganciato sul montante del lucernario in modo da formare una sacco chiuso. All'interno del sacco è stato immesso azoto fino alla saturazione dell'ambiente, permettendo così l'eliminazione delle larve e delle uova presenti nel legno.

L'operazione è stata condotta col costante controllo dei parametri di umidità, temperatura, pressione, concentrazione della pressione di azoto, residuo di ossigeno ed è terminata con un trattamento di protezione da futuri attacchi.

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