"Fu legittima difesa". Assolto il gioielliere che uccise due rapinatori

È stato assolto, dopo sette anni di processo, il gioielliere che nell'ottobre del 2015 a Ercolano uccise due rapinatori. Secondo i giudici il fatto non costituisce reato

"Fu legittima difesa". Assolto il gioielliere che uccise due rapinatori

È stato assolto il gioielliere che il 7 ottobre del 2015 a Ercolano, comune in provincia di Napoli, uccise due rapinatori. Giuseppe Castaldo, il gioielliere di Ercolano che all’epoca dei fatti aveva 68 anni, è stato assolto "perché il fatto non costituisce reato". A morire erano stati due componenti della banda di rapinatori, Luigi Tedeschi e Bruno Petrone. Il processo è stato celebrato di fronte alla prima sezione penale del Tribunale di Napoli.

Un processo durato 7 anni

La Procura di Napoli, che già in precedenza aveva chiesto l'archiviazione in fase di indagini preliminari, richiesta che era stata respinta dal giudice per le indagini preliminari che ha disposto il rinvio a giudizio, nel corso del processo ha chiesto l'assoluzione per Castaldo, difeso dal suo legale, l’avvocato Maurizio Capozzo. Il gioielliere era finito sotto processo con l'accusa di eccesso di legittima difesa. Una vicenda che ai tempi suscitò un vasto dibattito nel Paese con Matteo Salvini, segretario della Lega, che si schierò con l'imputato: "Io sto con il gioielliere", aveva scritto sui social subito dopo il neo ministro delle Infrastrutture del Governo guidato da Giorgia Meloni, che oggi ha commentato la sentenza: "Giusto così", ha scritto sui social il ministro Salvini.

Nel corso dell'udienza iniziata intorno alle 15, sono intervenuti per primi l'avvocato di parte civile Renato D'Antuono e l'avvocato dell'imputato Maurizio Capozzo, che ha chiesto l'assoluzione sottolineando le ragioni della legittima difesa."Sette anni di processo hanno consentito di fare giustizia rispetto a un'imputazione formulata nei confronti del mio assistito che non aveva alcun senso dal punto di vista logico e dal punto di vista giuridico, la formula piena utilizzata per l'assoluzione conferma che nella condotta del gioielliere non vi era nessuna ipotesi di reato", ha così commentato l’assoluzione l'avvocato Capozzo all'Adnkronos.

Cosa era successo

La tentata rapina finita in tragedia era stata messa in atto il 7 ottobre 2015 in via Alveo, nelle vicinanze di corso Resina, a Ercolano. Castaldo aveva poco prima effettuato un prelievo di cinquemila euro da un istituto di credito nei pressi degli Scavi di Ercolano ed era stato seguito dai rapinatori a bordo di una moto. Nel momento in cui il gioielliere era entrato all’interno del parcheggio di un deposito di detersivi e bibite, la coppia di rapinatori era entrata in azione aggredendo Castaldo. Durante la tentata rapina, la vittima aveva reagito sparando alcuni colpi con la pistola che deteneva regolarmente, andando a colpire e a uccidere sia Bruno Petrone, 54 anni, che Luigi Tedeschi, di anni 51 anni mentre questi lo tenevano sotto il tiro della loro arma. Entrambi i malviventi, che avevano precedenti penali specifici, morirono sul colpo.

Tutti gli imputati condannati a 6 anni

Le indagini furono affidate ai carabinieri di Torre del Greco, coordinati dai sostituti procuratori Pierpaolo Filippelli e Raffaello Falcone, entrambi oggi procuratori aggiunti. I quattro complici di Tedeschi e Petrone, membri di una banda di professionisti, furono identificati e arrestati circa un mese dopo il tentativo di rapina: si tratta di Salvatore Esposito, Antonio Corvo, Addolorata Esposito ed Ernesto Labagnara. Il processo con rito abbreviato a loro carico si concluse, un anno dopo i fatti, con la condanna a sei anni di reclusione per tutti gli imputati.

Il sistema di video sorveglianza dell'istituto di credito dove il gioielliere si era recato aveva ripreso sia i due rapinatori che il palo. Fu proprio una telefonata di quest'ultimo ai suoi complici a dare il via alla rapina finita poi in modo tragico.

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