"Non me ne fo*te di consensi e di avere più clienti, o di candidarmi in politica per avere voti e fare soldi. Io sono un uomo e non voglio offendere la legge di Gesù Cristo, che ha creato uomo e donna". Con queste parole inizia il post caricato nelle stories dal profilo della pizzeria 'Dal Presidente'. A scriverle è il proprietario, Massimiliano Di Caprio, 50 anni che in questo momento è al centro della bufera scatenatasi sui social.
La vicenda
Secondo i racconti dell'uomo, l'intera vicenda è iniziata quando due uomini, seduti a uno dei tavoli della sua pizzeria di via Tribunali, nel centro storico di Napoli, si stavano baciando. Poco più avanti un bambino straniero stava giocando con un pallone quando, per sbaglio, ha colpito i due fidanzati. A quel punto i due innervositi dal colpo ricevuto hanno cominciato a inveire contro il piccolo e la sua famiglia. "Io sono intervenuto per difendere quel bimbo - sostiene il proprietario - e sono stato invitato a farmi gli affaracci miei. Da qui la mia reazione. Eccessiva, sbagliata. Chiedo scusa se qualcuno si ritiene offeso ma ora non posso essere offeso io con parole altrettanto dure".
Nel post in questione appare la foto di Di Caprio e una didascalia non propriamente "politically correct". "Non voglio offendere la legge di Gesù Cristo che ha creato uomo e donna e devo essere falso viscido e lecchino dei gay e delle lesbiche", si legge. Inoltre li definisce: "Pervertiti infelici". Inizia la rivoluzione virtuale. Gli utenti indignati non ci hanno pensato due volte a screenshottare la storia e a condividerla.
Il 50enne si è subito scusato dicendo che il suo fosse solo uno sfogo e ha proceduto eliminando immediatamente la storia. Ma era ormai troppo tardi, la rapida condivisione sul web è stata una condanna. Fiumi di insulti e minacce, tra questi anche post in cui si raccomanda alle persone non avvicinarsi al locale. In campo è scesa anche l'Arci Gay: "Da subito abbiamo attivato i nostri legali per valutare ogni ipotesi, anche quella della denuncia alle autorità competenti". Anche Fabrizio Marrazzo, portavoce partito Gay Lgbt+, ha commentato l'accaduto: "Frasi durissime ed ingiustificabili, che feriscono non solo la comunità Lgbt+".
A tutto ciò si è avanzata anche la proposta al sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, di emettere una ordinanza per "multare con 500 euro i casi di omofobia, anche online".
Lo sfogo: "Non sono omofobo..."
La risposta di Di Caprio rimane la stessa: "Non sono omofobo. Figuriamoci se lo posso diventare, all'improvviso, a 50 anni, dopo una vita di lavoro. Ho sbagliato, ho scritto di istinto quelle frasi che non rispecchiano di certo il mio pensiero perché ritengo che ognuno è libero di fare quello che vuole - e continua - Chi mi conosce sa che ho amici gay, lavoratori gay. Se volete sapere come la penso chiedete ai dipendenti del locale".
Parole le sue che sono state come paglia sul fuoco per molti che le hanno ritenute false e
tipiche di chi ha carbone bagnato: "L’esempio di italiano medio che dà la colpa al mondo dei propri fallimenti e si beve la storiella che se la società va a rotoli è colpa di immigrati e gay, sempre solo i gay".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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