La Cassazione ha respinto il ricorso presentato dallo stalker del calciatore napoletano Fabio Quagliarella e, quindi, diventa definitiva la condanna a quattro anni e mezzo di carcere per il poliziotto della postale che era solito compiere atti persecutori nei confronti di professionisti e personaggi di spicco. L’uomo era finito già sotto processo in passato per aver molestato una decina di persone a Castellammare di Stabia, nel Napoletano, e l’artista caprese Guido Lembo.
Le persecuzioni nei confronti di Quagliarella erano cominciate nel periodo in cui il calciatore militava nell’Udinese, ma erano diventate ossessive quando si era trasferito al Napoli. Le molestie erano talmente fastidiose che il giocatore decise di lasciare la città già l’anno successivo, firmando per la Juventus. I tifosi non presero bene la scelta di Quagliarella, ignari di cosa stesse succedendo e solo anni dopo, quando il calciatore ha raccontato il suo incubo, hanno compreso i motivi del passaggio ad un’altra squadra.
Quando era all’Udinese al giocatore arrivò una lettera con all’interno le fotocopie di finti articoli web in cui era accusato di andare a letto con ragazze minorenni, di drogarsi e di frequentare persone legate a clan camorristici. All’inizio Quagliarella non diede peso a quella missiva, ma piano piano cominciarono ad arrivare le minacce, rivolte anche alla famiglia.
La sfortuna volle che il calciatore si rivolse ad un poliziotto della postale indicatogli da un amico, ma inconsapevolmente aveva chiesto aiuto proprio alla persona che lo perseguitava.
Le indagini non andavano mai avanti e le molestie proseguivano, fino a quando il giocatore non ha deciso di rivolgersi ad altri poliziotti, che ricostruirono la vicenda, permettendo a Quagliarella di denunciare lo stalker.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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