Whirlpool, da destra e sinistra pressing su Draghi: "Affrontare il dramma sociale"

Le lettere di licenziamento fatte recapitare dalla multinazionale americana ai 320 lavoratori dello stabilimento della città partenopea hanno gettato nello sconforto i dipendenti. Ora si mobilitano i politici

Whirlpool, da destra e sinistra pressing su Draghi: "Affrontare il dramma sociale"

Sono diciannove i parlamentari che hanno scritto una lettera aperta al presidente del consiglio Mario Draghi per evidenziare la drammatica situazione dei 320 lavoratori della Whirlpool di Napoli licenziati dalla multinazionale. L’appello è trasversale. In calce al documento c’è la firma di esponenti politici di tutti gli schieramenti politici, da destra a sinistra. I sottoscrittori sono: Gianluca Cantalamessa, Vincenzo Carbone, Federico Conte, Valeria De Lorenzo, Piero De Luca, Loredana De Petris, Nicola Fratoianni, Gennaro Migliore, Paola Nugnes, Angelo Pentangelo, Vincenzo Presutto, Walter Rizzetto, Sandro Ruotolo, Paolo Siani, Gilda Sportiello, Lello Topo, Valeria Valente, Antonio Viscomi e Catello Vitiello.

Domani, alle ore 12, come riporta il Corriere del Mezzogiorno, ci sarà un nuovo vertice al ministero dello Sviluppo economico nel corso del quale si dovrà decidere il futuro dei disoccupati, i quali stanno protestando da diversi mesi senza ottenere riscontri concreti. La lettera dei parlamentari ha come obiettivo quello di stimolare il premier Draghi a trovare una soluzione immediata e concreta per queste famiglie finite sul lastrico. “Chiediamo a lei e ai ministri competenti di intervenire - scrivono - a partire dalla prossima riunione del 19 novembre presso il Mise, affinché si trovi una soluzione adeguata a questo vero e proprio dramma sociale, adottando tutte le iniziative opportune al fine di ridefinire il progetto di organizzazione che garantisca l'attuale presenza industriale sul territorio napoletano, con l'obiettivo di salvaguardare e incrementare i livelli occupazionali, sostenendo credibili progetti industriali per la rigenerazione economica e produttiva dello stabilimento industriale di Napoli”.

Le lettere di licenziamento fatte recapitare dalla Whirlpool ai 320 lavoratori dello stabilimento della città partenopea hanno gettato nello sconforto i dipendenti. La crisi parte da lontano. Un anno fa la multinazionale ha deciso di non produrre più nulla nella fabbrica di via Argine e di chiudere lo stabilimento. La scelta del colosso americano ha provocato un terremoto in termini occupazionali perché, oltre ai lavoratori licenziati, non ci saranno più commesse per migliaia di fornitori, alcuni dei quali saranno costretti a cessare l’attività. Un disastro di proporzioni enormi, che potrebbe avere ripercussioni anche nel resto d’Italia.

"Oggi – sottolineano i parlamentari – non c'è più tempo e va individuata una soluzione necessaria per il mantenimento dei livelli occupazionali del sito di Napoli e per favorire la ricerca di una soluzione industriale che metta in sicurezza il futuro lavorativo di centinaia di famiglie”.

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