È notte fonda per i lavoratori Whirlpool di Napoli. La notizia del flop del ricorso dei sindacati sui licenziamenti dei 321 dipendenti della fabbrica di via Argine si è abbattuta come un macigno sulla testa di centinaia di persone che vedono sempre di più affievolirsi le speranze di conservare il proprio posto di lavoro. I giudici hanno ritenuto che “non sussistono i presupposti per ritenere fondata la domanda di responsabilità aggravata per abuso dello strumento processuale” presentata da Fiom, Fim e Uilm per condotte antisindacali di Whirlpool nei confronti degli operai dello stabilimento partenopeo.
Nelle nove pagine della sentenza, firmata dal giudice della sezione Lavoro e Previdenza del Tribunale di Napoli Maria Rosaria Lombardi, vengono esposti i principali fatti alla base del ricorso presentato dalle organizzazioni sindacali, le quali accusano l’azienda di condotta antisindacale rispetto gli accordi sottoscritti nel 2015 e nel 2018 tra governo, azienda e sindacati. La decisione di chiudere la fabbrica e di licenziare i dipendenti andrebbe nella direzione opposta rispetto agli impegni assunti in precedenza.
L’ultima udienza si era tenuta il 27 ottobre scorso. Tra le motivazioni addotte dal giudice nella sentenza, viene evidenziato non solo la flessione dei volumi di mercato, ma anche il rifiuto da parte delle organizzazioni sindacali, nell’agosto 2019, della proposta di cessione del ramo d’azienda da parte di Whirlpool. La serietà del piano industriale formulato da Whirlpool a ottobre 2018 “non può essere posto allo stato in discussione anche ragione della partecipazione al tavolo delle trattative di esponenti del governo”, hanno scritto i magistrati. Questo anche perché la multinazionale “ha posto in essere iniziative anche con maggiori investimenti oltre a rendere produttiva l’attività senza ricadute negative sui livelli occupazionali per altri siti”.
I giudici sottolineano, poi, che “non si comprende quale sia la prerogativa sindacale che si assume lesa”. Un colpo duro da assorbire per i lavoratori che, come riporta la Repubblica, hanno cominciato a ricevere, a mano, le prime lettere di licenziamento già a partire da ieri. La Whirlpool non ha atteso neppure la sentenza del Tribunale di Napoli sul ricorso, andando avanti per la propria strada.
Anche il governo ha tirato il freno confermando di non potersi fare carico dei lavoratori, almeno per il momento, nell’operazione che vede coinvolti il consorzio Invitalia e alcuni imprenditori, i quali intendono investire sul territorio, ma che restano ancora senza un volto.
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