L'Aquila - Napolitano accusa. Rende omaggio alle bare, visita i luoghi della tragedia, ringrazia i soccorritori e conforta la gente. Poi scaccia i fotografi. E accusa. "Anche sul terremoto bisogna parlare il linguaggio della verità" dice, sottolineando l'emergenre di "irresponsabilità diffuse" di fronte alla tragedia di edifici antisismici ugualmente crollati travolgendo vite umane. Il capo dello Stato cita la frase di "un’esponente dell’opposizione" che ha detto "nessuno è senza colpe". "Credo che abbia ragione" commenta. "Nessuno dovrebbe chiudere gli occhi: né chi acquista né chi costruisce né chi è chiamato a fare i controlli. In questo senso - ha aggiunto il Capo dello Stato - un esame di coscienza è necessario, ma non per battersi il petto: per vedere cosa è indispensabile e urgente fare perché mai più ciò accada".
"Tutti facciano esame di coscienza" Sui crolli di edifici costruiti dopo l’entrata in vigore delle norme antisismiche "deve esserci un esame di coscienza, che non conosce assolutamente coloriture e discriminanti politiche. Non si tratta di vedere chi ha avuto ragione o torto, chi responsabilità e chi non ne ha. Ho sentito un esponente dell’opposizione, che di solito non è incline a fare affermazioni di questo genere, dire 'nessuno è senza colpa' e credo che avesse ragione. Qui si tratta di vedere come sia potuto accadere che norme di prevenzione identificate, studiate e anche tradotte in legge non abbiano avuto l’attuazione indispensabile. Non l’abbiano avuta per difetto di controlli o per irresponsabilità diffuse: perché molti sono i soggetti che in definitiva sono coinvolti nella costruzione di un palazzo, nella costruzione o nell’acquisto di una casa".
Arriva Napolitano Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è arrivato all’Aquila per visitare la zona disastrata dal terremoto. Il suo primo gesto è stato di rendere omaggio alle vittime. Dopo un briefing con gli operatori della protezione civile il capo dello Stato visita la Casa dello Studente, Onna e la tendopoli di San Demetrio: le zone dove il terremoto ha provocato danni più gravi. Napolitano è entrato da solo nel grande hangar nel quale sono allineate le bare. Ha trovato un sacerdote e alcuni scout in preghiera. Si è soffermato in raccoglimento, osservando quel terribile spettacolo di morte che dà visivamente l’immagine dei lutti causati dalle scosse di questi giorni. Il presidente ha osservato con particolare commozione le bare bianche, quelle dei bambini e dei ragazzi. È stato colpito da una bara sulla quale ne era posata una piccola bianca.
Il dialogo con gli sfollati All’uscita, visibilmente provato dall’esperienza ha incontrato i familiari delle vittime, ascoltando le loro storie. Una coppia di anziani si è presentata a lui stringendo forte un ragazzo e dicendo: "Presidente, solo questo ci è rimasto". Napolitano ha detto parole di cordoglio e ha ribadito il suo impegno affinchè lo Stato, come è stato ampiamente assicurato, faccia il massimo sforzo per assistere gli sfollati e ricostruire le case, e perché questo sforzo sia svolto con continuità fino a raggiungere l’obiettivo. "Sono qui per dovere e per sentimento" queste le prime parole che il presidente della Repubblica ha rivolto ai soccorritori. Incontrando alcuni rappresentanti dei vigili del fuoco, che insieme alla protezione civile organizzano gli aiuti, il capo dello Stato ha ribadito: "Sono qui per ringraziarvi per tutto ciò che state facendo, uno sforzo di efficienza e di generosità straordinaria nell’ambito dell’organizzazione dello Stato e della mobilitazione dei cittadini".
Stizzito con i fotografi Striglia i giornalisti Napolitano.
Quando il capo dello Stato arriva a Onna, il paese completamente distrutto dal terremoto, viene letteralmente attorniato da decine di fotografi e giornalisti e lui non usa mezze parole: "Non sono venuto qui per farmi fotografare, avete fatto le foto, fatevi da parte...".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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