"Cara (per quel che ci costi) Littizzetto". La rabbia del militare

Un soldato dell'Esercito Italiano ha risposto a Luciana Littizzetto e alle sue accuse all'esercito: "Per non sparare su donne e bambini con i quali i miliziani somali si facevano scudo, abbiamo avuto morti. Ma facciamo cagarissimo"

"Cara (per quel che ci costi) Littizzetto". La rabbia del militare
00:00 00:00

La rabbia, nei soldati offesi da Luciana Littizzetto, è montata. Le parole dell'attrice nel programma Che tempo che fa hanno toccato nell'orgoglio i militari che sono pronti a rischiare la propria vita per la difesa dei confini. "Noi italiani non siamo capaci di fare le guerre, facciamo cagarissimo a combattere", sono state le parole che hanno fatto più male a chi indossa un'uniforme. Lo spiega bene un militare in servizio in una lunga lettera rivolta proprio a Littizzetto. "Cara (per quello che ci costi..) Luciana Littizzetto, io sono uno di quei soldati che, secondo te, fa ‘cagarissimo’", scrive il militare, che augura anche una pronta guarigione all'attrice, da qualche settimana in convalescenza per una pancreatite, "sono abituato che il male non si augura a nessuno, nemmeno all'Ufficio delle Tasse o agli autovelox".

Per ciò che riguarda il "fare cagarissimo" come soldati, scrive il militare, "io non so dove tu abbia maturato questa convinzione. Forse troppi film del 'Colonnello Buttiglione' o di 'Agostino Cammarata, Capitano di Fregata', oppure sulla 'Dottoressa e i Marinai'. Certo che se uno si basa su quelli o su capolavori tipo 'Soldati. 365 giorni all'alba', credo sia difficile farsi delle opinioni diverse". Tuttavia, prosegue, se "dall'altra parte ci sono opere testosteroniche come Top Gun, L'ultima alba, Act of Valor e così via, mi rendo conto che il confronto risulta impietoso. Mi permetto di rassicurarti. Il militare italiano, ben lungi dal fare 'cagarissimo' è un professionista serio ed apprezzato anche, ma direi soprattutto, all'estero". Certo, precisa il militare, "fatta eccezione per un numero fisiologico di parassiti che anche tra loro albergano".

L'Esercito Italiano, prosegue, ha due problemi, il primo sono gli equipaggiamenti, "paghe e supporto tecnologico e logistico, non possiamo competere con i nostri colleghi d'oltralpe o oltre oceano". E, soprattutto, "non ci piace ammazzare" ma poi precisa: "Se dobbiamo si fa, ma qualche scrupolo morale comunque ce lo facciamo. Ma non proviamo, sempre in generale, piacere a togliere un'altra vita. Anzi, se possiamo cerchiamo di salvare la gente e non di farla fuori". Come soldati, aggiunge, "cerchiamo di essere umani anche quando pare difficile, quando il mondo e l'umanità sembrano sforzarsi di mostrare il peggio dell'essere umano. Noi ci proviamo. Non è facile, perché spesso significa rendersi pienamente conto degli orrori che vediamo".

Orrori che non sempre si riesce a metabolizzare e assorbire, "chi non ce la fa è chi, quando ritorna, non è mai tornato veramente. è per questo che il soldato che fa "cagarissimo" spesso va a riempire quei vuoti lasciati in Paesi devastati da chi non fa ‘cagarissimo’" ma che, tuttavia, "cerca, dove possibile, di ridare una speranza, un affetto, un sogno a chi non ha più neanche la forza di sognare". Ovviamente, aggiunge il militare, "non siamo delle dame di carità. Se la missione è uccidere, si fa, senza discutere. Ma è diverso l'atteggiamento, il mindset’".

E racconta un retroscena che forse all'attrice è sfuggito su una delle missioni in Somalia dove, dice, "noi per non sparare su donne e bambini con i quali i miliziani somali si facevano scudo, abbiamo avuto morti, feriti e gente sulla sedia a rotelle. Ma noi facciamo 'cagarissimo'. Beh, se è così, se questa è la differenza, io sono contento di fare 'cagarissimo'. Ne sono orgoglioso", e si firma "un militare che fa 'cagarissimo'".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica