Centri sociali infiltrati nelle scuole: così plagiano i più giovani

Attivisti che arringano i giovanissimi all'interno delle aree scolastiche e "cavalli di troia" all'interno degli istituti: così i centri sociali fanno proselitismo

Centri sociali infiltrati nelle scuole: così plagiano i più giovani

Il mondo dei collettivi studenteschi è quasi impenetrabile da chi non fa parte del "cerchio". O meglio, prima di Instagram era senza dubbio così. I social network sono una miniera di informazioni, perché tutto quello che fino a poco tempo fa poteva essere solo ipotizzato o, comunque, poteva essere saputo solo tramite ricerche sul territorio attraverso i contatti giusti, ora viene dato in pasto a tutti. Basta saper cercare per trovare le conferme che si vogliono ottenere. La certezza che, spesso, dietro le occupazioni delle scuole ci siano i centri sociali, e anche il loro modus operandi per fare proselitismo, emerge chiaramente dalle pagine Instagram, tra post "aesthetic" e di ispirazione anni Settanta, che richiamano i cupi Anni di piombo.

Al liceo Einstein di Torino i centri sociali hanno vita facile. Troppo facile. Grazie ai "cavalli di Troia" tra gli studenti, ossia giovanissimi militanti di carisma capaci di far presa sui compagni, spesso "arruolati" nelle prime classi tra i giovanissimi più suscettibili al condizionamento, riescono a infilarsi nelle trame del sistema scolastico italiano, indebolendolo e diventando una delle minacce più concrete. Poche settimane fa, una delle sedi dell'istituto torinese è stata occupata e in questi giorni la dirigenza e gli insegnanti stanno valutando i provvedimenti da adottare, soprattutto nei confronti di chi si è fatto promotore dell'iniziativa. Una scelta comprensibile, contro la quale gli studenti sono in fibrillazione, tanto da chiamare (ancora una volta) rinforzi all'esterno.

Le forze dell'ordine sono perfettamente consapevoli dell'altissima tensione che si registra al liceo Einstein, tanto che sono spesso presenti uomini in divisa e della Digos per tenere monitorata la situazione. Durante un presidio degli studenti all'esterno della scuola, pochi giorni fa, si è presentata Nicoletta Dosio. Il video è stato caricato sulla pagina Instagram del collettivo studentesco legato al ben noto centro sociale dell'Askatasuna. È sconosciuta ai più ma è una delle attiviste No Tav più convinte, che pare fosse anche all'interno della scuola nei giorni dell'occupazione per un "corso di lotta No Tav". Per chi non la conoscesse, Nicoletta Dosio è un'ex insegnante, nonché una delle fondatrici del movimento di lotta contro l'alta velocità in Val di Susa. Ex insegnante, ha alle spalle diverse condanne per interruzione di pubblico servizio e violenza privata. Lo scorso 1 dicembre, è stata nuovamente condannata dal tribunale di Torino per evasione, in relazione a eventi che si sono verificati nel 2016, quando la donna prese comunque parte a manifestazioni No Tav.

"Loro le chiamano evasioni dagli arresti domiciliari, noi le chiamiamo grandi gesti di dignità compiuti nella consapevolezza di essere dalla parte della ragione e di lottare da sempre per la difesa della propria terra contro devastazione e speculazione", ha scritto in quell'occasione il movimento. Una lettura arbitraria surreale delle leggi, che viene trasmessa ai giovanissimi liceali, in un'età in cui sono particolarmente sensibili alle influenze esterne. Il sistema di arruolamento e di proselitismo dei centri sociali trova terreno fertile nei giovanissimi con la smania di rivoluzione, incantati dall'idea di "combattere contro il sistema", trovando in questi personaggi i loro esempi. È evidente la pericolosità sociale di tutto questo, come dimostrano gli scontri con le forze dell'ordine, che i giovanissimi vengono spinti a fare con conseguenze ovvie.

"Loro le chiamano evasioni dagli arresti domiciliari, noi le chiamiamo grandi gesti di dignità compiuti nella consapevolezza di essere dalla parte della ragione e di lottare da sempre per la difesa della propria terra contro devastazione e speculazione", ha detto Nicoletta Dosio al microfono davanti all'edificio del liceo Einstein, all'interno della sua recinzione, durante il presidio degli studenti contro i provvedimenti per la precedente occupazione. "Non credo di sobillare nessuno dicendo che la storia, anche la storia antica, ha enormi spazio che possono insegnare quello che è lo spirito critico, il senso dell'uguaglianza tra le persone, il senso della libertà. Purtroppo, i libri di scuola sono sempre nelle mani di chi vince. La nostra forza sta nel cercare di togliere dalle loro mani questo potere, non per crearne un altro oppressivo e repressivo, ma per creare un mondo dove davvero a ognuno sia dato secondo i suoi bisogni e ognuno possa dare secondo le sue possibilità", ha detto la donna. Poi, sempre col microfono in mano, ha aggiunto: "La Valle di Susa che lotta contro la Tav è con voi, che lo è col cuore con l'azione.

Voi siete la nostra speranza attiva, quindi a voi noi passiamo il testimone delle nostre lotte". E poi ha concluso: "Quello che non dobbiamo fare è non spaventarci, forti di essere dalla parte giusta in senso ostinato e contrario difronte a questo presente davvero invivibile".

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