"Classi ghetto a scuola? Solo strumentalizzazione". La protesta delle famiglie straniere a Cagliari

Le famiglie straniere di una prima classe di Cagliari sostengono che la scuola abbia isolato i figli a causa della divisione delle sezioni, la A di quasi solo stranieri, la B solo di italiani. La preside: "Non c’è nessuna ghettizzazione"

Foto di repertorio
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Le scuole sono ricominciate e con essa anche le polemiche, che quest'anno assumono anche nuove connotazioni. I dirigenti scolastici devono fare i conti con nuove realtà sempre più complesse che, in molti casi, riguardano la composizione delle classi in relazione alla presenza di un elevato numero di studenti stranieri. L'obiettivo è quello di assecondare le richieste dei genitori ma anche quelle dei docenti, in modo tale da avere classi che possano seguire adeguatamente le lezioni. A Cagliari questa scelta sta creando molti problemi, in quanto per una prima classe sono state create due diverse sezioni, con la A in cui sono stati inseriti pressoché solo bambini stranieri di varie etnie, e la B con quasi esclusivamente bambini italiani.

I genitori dei primi si sono lamentati in quanto sostengono che la scuola abbia voluto realizzare una "classe ghetto" per i bambini stranieri, isolandoli da quelli italiani. La loro richiesta è che vengano mischiate le classi in modo tale che ci sia un bilanciamento e un inserimento inclusivo. Di contro, i genitori dei bambini italiani minacciano di portar via i loro figli da quella scuola nel caso in cui dovesse venir accolta la richiesta di mischiare le classi. La paura è che i bambini stranieri, che in molti casi non hanno una padronanza adeguata della lingua italiana, possano rallentare l'apprendimento dell'intera classe, inficiando per tanto l'efficacia degli insegnamenti. Dall'altra parte, invece, si chiede che i bambini stranieri vengano messi con quelli italiani per evitare la ghettizzazione.

Ma la risposta della dirigente scolastica, Elisabeth Piras Trombi Abibatu, è stata chiara: "Non c’è nessuna ghettizzazione, qualcuno sta invece strumentalizzando la vicenda. Le classi sono state composte assecondando le richieste della famiglie all’atto dell’iscrizione, alla fine abbiamo cercato di accogliere le richieste di tutti". La dirigente non sembra intenzionata a cambiare le classi e vuol spegnere le polemiche per il bene dei bambini. Un caso simile, almeno nei contenuti, è esploso a Fondi, in provincia di Latina, dove in conseguenza a un'elevata concentrazione di bambini stranieri in una classe, i genitori degli studenti italiani hanno deciso di cambiare istituto ai propri figli.

D'altro canto, anche in questo caso i genitori degli stranieri pretendono che ci siano classi miste, con l’ufficio scolastico territoriale che ha mosso la stessa richiesta, in modo tale da avere un equilibrio nelle composizioni.

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