A 75 anni, in conseguenza di un tumore, è morta Barbara Balzerani, terrorista delle Brigate Rosse che non si è mai dissociata da quel mondo di violenza. Dal 2006 godeva della libertà vigilata, nel 2011 tornò definitivamente in libertà. Dal carcere rivendicò l'omicidio dell'ex sindaco di Firenze, Lando Conti, compiuto dalle Br nel 1986. Dirigente della colonna romana dell'organizzazione terroristica, partecipò all'agguato di via Fani nel 1978, in cui morì l’intera scorta di Aldo Moro. Prese parte a numerosi omicidi, compreso quello del magistrato Girolamo Minervini nel 1980.
Oggi, tanti la piangono, anche quei "bravi ragazzi" di Cambiare rotta che erano in piazza a Pisa durante gli scontri con le forze dell'ordine. Quelli per i quali la sinistra si straccia le vesti chiedendo giustizia e puntando il dito contro le forze dell'ordine, ree di aver usato la forza contro dei minorenni indifesi. Gli stessi che in queste ore identificano la rappresentanza universitaria come "conflitto", che guardano alla lotta operaia, a Stalin e a Lenin. Gli stessi che, nel ricordare Balzerani, la innalzano agli allori come "comunista rivoluzionaria, non si è mai dissociata dalla storia sua e di chi, come lei, ha voluto e tentato l'assalto al cielo. Che la terra ti sia lieve". Il tutto in un profluvio di cuori e cuori spezzati da parte di ragazzini, quei minorenni "bravi ragazzi" che ora avranno un nuovo idolo da glorificare e da cui prendere esempio. Le Brigate rosse, dalla generazione Z, sono già diventate oggetto di culto: troppo ampia la distanza anagrafica dagli anni del terrore e troppo scarsa la conoscenza attorno a un movimento terrorista. È degli ultimi giorni la notizia di una scritta, apparsa nel bagno di un liceo di Milano, in cui due docenti venivano minacciati di fare la fine di Aldo Moro.
Ma le stesse reazioni dei collettivi comunisti scolastici e universitari si registrano nelle pagine legate ai centri sociali e ai gruppi anarchici, frequentati da persone di età più matura. Anche qui lacrime, cuori spezzati e omaggi per la "Compagna Luna", citando il titolo di un suo libro. "La tua rivoluzione è stata anche la mia, le vie diverse non cancellano le idee, con malinconia un addio alla compagna Luna", si legge in quello che dovrebbe essere lo screenshot di un post pubblicato (e rapidamente rimosso) da Donatella Di Cesare, docente all'università La Sapienza di Roma.
"Ma davvero Donatella Di Cesare ha fatto questo post (poi cancellato per vigliaccheria) per ricordare la terrorista rossa che con le Br rapì Moro e senza mai pentirsi rivendicò l'omicidio di Lando Conti? Non sono queste le idee che non si cancellano da insegnare alla Sapienza", è il commento di Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo di Fratelli d'Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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