"Dovrebbe chiedere scusa". Littizzetto accerchiata: un altro generale la mette spalle al muro

Il Generale Battisti ha voluto ricordare gli oltre 170 militari italiani che dalla fine della Seconda Guerra a oggi sono morti per difendere la pace

"Dovrebbe chiedere scusa". Littizzetto accerchiata: un altro generale la mette spalle al muro
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L'unifome, per chi sceglie di indossarla, è una seconda pelle. L'Esercito, per chi decide di farvi parte, è una famiglia. Chi indossa un'uniforme in quel momento rappresenta lo Stato italiano e un'offesa allo Stato è un vilipendio. Per questa ragione le parole di Luciana Littizzetto a Che Tempo Che Fa, secondo la quale "noi italiani non siamo capaci di fare le guerre, facciamo cagarissimo a combattere", hanno squarciato l'orgoglio di chi ha combattuto per la pace sui fronti più caldi, di chi ha svolto missioni di pacekeeping dall'altra parte del mondo senza sapere se avrebbe mai più rivisto i suoi familiari. L'Esercito italiano e i suoi militari sono tra le eccellenze a livello mondiale, non per nulla ai nostri apparati vengono spesso consegnate le chiavi di importantissime missioni internazionali. Ma questo l'attrice probabilmente lo ignora, o finge di ignorarlo.

Con le sue parole, Luciana Littizzetto ha offeso i militari che non sono tornati vivi dalle missioni, o che sono tornati con gravi mutilazioni. O che non sono nemmeno mai tornati perché i loro corpi, se non dispersi, sono sepolti in terra straniera. "Non seguo per principio i programmi dove compare la signora Littizzetto perché, per quanto può valere, non gode della mia stima come personaggio pubblico", ha detto il Generale di Corpo d'Armata Giorgio Battisti, attualmente presidente della Commissione Militare del Comitato Atlantico Italiano, commentando le parole dell'attrice in tv.

"Quanto alle sue affermazioni sulle nostre forze armate, senza ripetermi in quello che hanno dichiarato alcuni (pochi) colleghi, mi sento in dovere di rimarcare che, senza rievocare i fatti d'arme che hanno fatto l'Italia e la memoria di quelli che sono caduti, la signora ha offeso in primis le famiglie degli oltre 170 militari che hanno perso la vita in operazioni dopo la seconda guerra mondiale", ha proseguito il generale. E questo, almeno di questo, "dovrebbe chiedere scusa, visto che va di moda". Il Generale Battisti ha sollevato un punto nelle sue dichiarazioni, "l'assenza di risposta alla stessa Littizzetto da parte di alte cariche istituzionali e delle associazioni combattentistiche e d'arma. Ma questa è l'Italia, cosi è se vi pare".

Da giorni, circola sui social una lettera, divenuta virale e di autore ignoto, che si rivolge a Littizzetto come se a scrivere fosse Matteo Mureddu, parà di 26 anni ucciso a Kabul il 17 settembre 2009, "lontano dalla mia famiglia, dai miei amici, dalla mia casa. Ma non ero solo lì, ero con con i miei fratelli, con uomini e donne che, come me, avevano scelto di servire il tricolore, proteggere chi non poteva farlo da solo, di onorare un giuramento che va oltre le parole".

Nella lettera scritta in modo immaginario da Mureddu si legge in conclusione: "Ti auguro di capire, un giorno, che il vero coraggio non sta nel fare battute facili, ma nel camminare verso il pericolo per proteggere chi non può difendersi".

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