"Finora ero incensurato". La beffa di Messina Denaro in carcere

Messina Denaro non parla nel carcere de L'Aquila. Ha scambiato poche battute con gli agenti della penitenziaria e poi si è chiuso nel silenzio

"Finora ero incensurato". La beffa di Messina Denaro in carcere

Matteo Messina Denaro si trova da lunedì nel carcere de L'Aquila. Le Costarelle è uno dei penitenziari di massima sicurezza in Italia, lontano da tutto, in mezzo alla campagna. Non è un caso che qui siano rinchiusi al 41-bis in regime di ergastolo ostativo anche Giuseppe e Filippo Graviano. In Abruzzo, Matteo Messina Denaro è arrivato a bordo di un velivolo C-130 dell'aeronautica militare e qui, in una cella di quattro metri per tre, vivrà i suoi prossimi mesi, o forse anni, mentre continuerà le cure chemioterapiche in una stanza a parte. "Questo arresto è un risultato limpido, senza retroscena. Chi cerca di banalizzarlo e minimizzarlo, di metterlo in dubbio, di mortificarlo, fa un grave errore commesso in malafede", ha detto con fermezza Matteo Piantedosi intervistato dal Corriere della sera.

Matteo Messina Denaro non ha parlato con i carabinieri che lo hanno accompagnato, è rimasto in silenzio al suo arrivo in carcere. "Fino a stanotte ero incensurato. Poi non so che è successo", avrebbe però detto agli agenti che lo hanno accolto in carcere, quando gli sono stati chiesti i dati per la compilazione della scheda. Così riporta la Repubblica, nel riferire anche che quando gli è stato chiesto un indirizzo di residenza, il boss avrebbe risposto: "Non ne ho mai avuta una". Definirsi "incensurato" è forse un messaggio che deve arrivare a qualcuno con quella frase, infatti, il boss voleva intendere che non era mai stato arrestato. Una caratteristica che lo distingue da Bernardo Provenzano e Totò Riina, per esempio, che in gioventù trascorsero un periodo in carcere.

Nel frattempo, a Campobello di Mazara, proseguono le perquisizioni in quello che è stato il suo covo per almeno un anno, fino alla cattura di lunedì. Definirlo covo non sarebbe nemmeno corretto, visto che si tratta di un normale appartamento, come spiegato anche dagli investigatori, dal quale Messina Denaro si muoveva per svolgere attività quotidiane nel paese in cui nessuno dice di averlo mai riconosciuto. Nella giornata di ieri è stata trovata, tra le altre cose, un'agendina su cui l'ex latitante scriveva le sue riflessioni, anche sulla figlia Lorenza che non porta il suo cognome e che non lo vuole vedere da anni. Non solo. Ci sarebbero anche delle date di alcuni incontri. Non ci sono pizzini, non ci sono documenti, se non quelli medici. Anche per questo motivo gli investigatori ipotizzano che possa esistere un vero nascondiglio o un altro covo.

Il boss difficilmente parlerà, difficilmente collaborerà con la giustizia. È pronto al silenzio a oltranza nella cella del carcere de L'Aquila. Qui, Messina Denaro ha nominato anche il suo avvocato: è Lorenza Guttadauro, nipote preferita.

Suo marito è Girolamo Bellomo, arrestato; sua madre è Rosalia Messina Denaro e suo padre è Filippo Guttadauro, fratello di Giuseppe Guttadauro, ex capomafia del Brancaccio. La sua scelta parla da sé, senza aggiungere altro.

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