"Il governo Meloni ci ostacola". La costante campagna elettorale delle Ong

Sea-Watch sbarcherà i migranti a Civitavecchia e ancora una volta la Ong si lamenta: le organizzazioni non governative sempre più strumento di propaganda per le opposizioni

"Il governo Meloni ci ostacola". La costante campagna elettorale delle Ong
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Ancora una Ong che si lamenta con il governo italiano. Basandosi sull'inesistente diritto di disporre a piacimento dei porti italiani, le organizzazioni non governative continuano a battagliare con il governo per ottenere lo sbarco dei migranti dove a loro piace di più, solitamente Sicilia meridionale, al massimo Calabria. L'ultima in ordine di tempo ad alzare la voce è Sea-Watch, che dopo aver recuperato tre barchini davanti alle coste libiche, in quel tratto di mare dove sembra arrivino tutti i migranti alla deriva e con gommoni sgonfi, sbarcherà a Civitavecchia, nel Lazio. Un porto che non gradiscono dalla Ong tedesca, perché troppo distante dal luogo di recupero. "Con il 'gioco' dei porti distanti il governo italiano tenta di intralciare l'operato delle Ong, ma a pagarne le conseguenze sono sempre i più deboli", dicono dall'organizzazione.

Nel momento in cui le navi rifiutano lo sbarco in Tunisia, Paese sicuro più vicino agli spot in cui recuperano i migranti, il diritto al porto più vicino decade automaticamente. Inoltre, come più volte spiegato dal Tar a cui diverse Ong hanno fatto ricorso negli ultimi due anni contro le decisioni del governo italiano, la scelta del porto è in capo esclusivamente alle autorità italiane, che stabiliscono il luogo di sbarco delle Ong in base a diversi elementi, tra i quali anche la sicurezza nazionale. Infatti, non bisogna mai mettere in secondo piano il fatto che a bordo delle navi delle organizzazioni non governative ci sono soggetti senza documenti, di provenienza incerta, di cui non è possibile ricostruire il passato. E soprattutto alla luce dell'attuale momento storico, permettere a soggetti potenzialmente pericolosi di far ingresso nel Paese e, quindi, in Europa è un rischio enorme.

"Assegnare Civitavecchia significa prolungare le sofferenze dei sopravvissuti, condannandoli a un viaggio lungo e inutile", sostengono dalla Ong, che vorrebbe sostituirsi alle autorità italiane. Eppure, l'Italia il suo dovere l'ha fatto, come ammette senza rendersi conto la stessa Sea-Watch quando dice che è stata eseguita un'evacuazione sanitaria. Un'altra Ong, Medici senza frontiere, che al momento ha la sua nave Geo Barents bloccata nel porto di Salerno per 60 giorni, ci mette il carico da 90 contro il governo: "L'intento del 'Decreto Piantedosi' e della pratica dei porti distanti è chiaro: ridurre gli arrivi in ​​Europa, svuotare la zona di ricerca e soccorso dalle navi delle Ong e lasciare che le persone anneghino".

La narrazione delle Ong sorvola sul rischio sicurezza, sia perché non lo riconosce, sia perché non sarebbe utile alla loro propaganda, che altro non è che una costante campagna elettorale contro il governo Meloni, di cui beneficia il Partito democratico insieme alle altre compagini dell'opposizione. Le Ong sono diventate il "braccio armato" della sinistra italiana, pronta a sostenere le proteste insensate pur di cercare di colpire l'esecutivo. La tendenza è chiara sull'asse Ong-politica-magistratura, con l'obiettivo di smontare la legge Piantedosi.

D'altronde, un giudice, nel giustificare l'accoglimento del ricorso di una Ong, nei mesi scorsi ha delegittimato un corpo militare estero come la Guardia costiera libica, depauperandolalo di ogni autorità e creando un pericoloso precedente. Intanto, nel mondo reale, i Paesi europei si organizzano per chiudere le frontiere e rafforzare i controlli.

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