Soccorsi chiamati subito: cosa rivelano gli audio inediti sul caso Ramy

Dritto e Rovescio ha pubblicato in esclusiva le conversazioni dei carabinieri presenti sul luogo del tragico incidente. Da questi audio emerge come i soccorsi vengano chiamati fin dai primi istanti

Soccorsi chiamati subito: cosa rivelano gli audio inediti sul caso Ramy
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Dopo mesi di attacco indiscriminato alle forze dell’ordine, nel giro di poche ore, sono arrivate due smentite fondamentali sul caso Ramy. Prima la consulenza cinematica disposta dalla procura di Milano e depositata, dalla quale è emerso che il carabiniere che era alla guida dell'ultima macchina inseguitrice ha avuto un comportamento corretto. Poi, a stretto giro, gli audio inediti delle conversazioni dei carabinieri presenti sul luogo dell’incidente che Dritto e Rovescio, il programma di approfondimento condotto da Paolo Del Debbio, ha pubblicato in esclusiva.

Da questi audio emerge una realtà tanto chiara quanto purtroppo nascosta: i carabinieri, al netto dei racconti fantasiosi di una parte della sinistra mediatica, hanno chiamato i soccorsi fin dai primi istanti del terribile e tragico incidente. Chiamate un’automedica, un’ambulanza dai”, si sente. E ancora: “Senti manda un’ambulanza”. Il carabiniere della centrale risponde dopo solo un minuto e undici secondi dal tragico incidente e solo 41 secondi dalla prima richiesta di soccorso dagli agenti sul posto: un tempo limitato e conforme alle regole. “Sono in linea con il 118”, risponde chiaramente. “Stanno arrivando – continua il carabiniere - però hanno bisogno di qualche dettaglio in più”. La replica dei carabinieri sul posto non tarda ad arrivare: “Si sono staccati entrambi dalla moto, non sono coscienti. Manda un’ambulanza e il 118”. I soccorsi, come certificano queste registrazioni, erano già stati chiamati tempestivamente.

Una volta arrivati i soccorsi, le gazzelle si dividono. Una va al policlinico mentre l’altra, al contrario, va con il ferito. “Mandami una macchina qua al policlinico urgente, veloce perchè qua ne stanno arrivando una marea”, chiede un carabiniere visti i momenti concitati dopo la notizia della morte di Ramy.

Da qui il commento del giornalista Gianluigi Nuzzi che, in poche parole, smonta chi in questi mesi ha continuato a criticare severamente i carabinieri. “C'è stata una criminalizzazione indegna di persone che portano la divisa, siamo arrivati a leggere che i carabinieri volevano uccidere Ramy”, conclude l’opinionista.

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