"Spara a Giorgia". Altro che pace, a Milano sfila l'odio anti Meloni e anti Israele

La manifestazione è stata convocata per chiedere il "cessate il fuoco" ma i partecipanti al corteo invocano l'intifada e la distruzione dello Stato ebraico. Tensioni e scontri con le forze dell'ordine

"Spara a Giorgia". Altro che pace, a Milano sfila l'odio anti Meloni e anti Israele
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Milano - Più "distruzione di Israele" che pace. Centri sociali e centri islamici, giovani arabi e sindacati di base, vecchi reduci dell'estremismo ed esponenti della sinistra "istituzionale" si sono dati appuntamento in piazza, a Milano, per una manifestazione nazionale benedetta dall'Ucoii, l'Unione delle moschee italiane. "Mezz'ora fa eravamo diecimila" dicono i vertici Ucoii dopo la partenza del corteo, cui erano annunciati 30mila partecipanti circa. I manifestanti si sono adunati davanti alla stazione centrale e sono diretti all'Arco della pace, dove arriveranno dopo aver attraversato mezza città, sotto lo sguardo dei reparti anti-sommossa delle forze dell'ordine, che si limitano a controllare il regolare svolgimento del tutto, proteggendo il Pirellone e le altre sedi istituzionali con l'ausilio di un elicottero che sorvola la zona.

Ufficialmente, la manifestazione è stata convocata per chiedere la fine del "genocidio" e del "cessate il fuoco immediato e duraturo", e "contro il governo italiano". In effetti è un sentimento di ostilità quello che accomuna le migliaia di partecipanti. "Abbattere lo Stato sionista" si legge in uno striscione rosso. L'odio per Israele è ciò che tiene insieme, a pochi metri gli uni dagli altri, gli imam integralisti e le femministe, i fedeli barbuti dei centri islamici e i gruppi Lgbt, che nella Gaza di Hamas durerebbero al massimo qualche ora. Gettonatissimi gli slogan pro Intifada, declinati con toni sempre più minacciosi: "Se non cambierà, Intifada pure qua!". Ben poche le bandiere della pace, e i cartelli a favore della pace, sentiti e visti finora. Tanto meno è partito dal corteo un sostegno ai giovani e coraggiosi palestinesi che a Gaza stanno manifestando, a loro volta, ma contro Hamas.

A Milano il corteo è in gran parte "per la Resistenza" palestinese, molti non nascondono il loro sostegno alla "resistenza" armata. Il 7 ottobre è rimosso, cancellato, se non considerato una offensiva legittima. La sinistra estrema guarda i miliziani di Hamas e vede dei rivoluzionari impegnati contro gli Stati occidentali - Israele per primo - imperialisti per definizione. A farla da padrone, le invettive contro lo Stato ebraico, gli insulti contro il premier e contro la premier italiana, Giorgia Meloni.

Al passaggio della sfilata, la filiale di una banca in piazzale Lagosta viene imbrattata con la scritta "Spara a Giorgia". Sul tragitto vengono presi di mira diversi negozi e sedi di multinazionali e istituti di credito. Verso la destinazione del corteo, in piazza Baiamonti, la tensione sfocia in scontri che vedono protagonisti i manifestanti più agitati. Dei cori vengono indirizzati contro gli agenti, con il lancio di oggetti e fumogeni.

I cattivi maestri in piazza abbondano. Non mancano i Carc, con la loro farneticante militanza rivoluzionaria. Scanditi fino allo sfinimento i cori per la Palestina "dal fiume al mare". Campeggiano bandiere con una Palestina tutta araba e tutta rossa. Trotzkisti e leninisti si scambiano i loro fogli di propaganda. Qualcuno canta l'Internazionale.

In mezzo a questo guazzabuglio ideologico, una piccola delegazione dei 5 Stelle e uno striscione di Alleanza verdi e sinistra.

E dai volantini, dalle grida, dai discorsi al megafono, dai gazebo a bordo piazza si capisce che a giorni questa ostilità anti-israeliana e "antisionista" offrirà un inquietante bis, sempre a Milano, quando tornerà in piazza nella ben più consistente manifestazione del 25 aprile. "I guerrafondai, gli agenti sionisti e i complici del genocidio - si legge in un volantino dei Carc - vanno cacciati da ogni piazza in cui proveranno a mettere la testa, a partire dalla piazza del 25 aprile"

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