Ha assunto il farmaco letale nella mattinata di ieri ed è deceduta alle ore 10,25. Il nome di fantasia utilizzato per indicare la paziente oncologica veneta di 78 anni che ha scelto di porre fine alle proprie sofferenze tramite l'aiuto alla morte volontaria, resa legale a determinate condizioni dalla sentenza della Corte costituzionale 242/2019 sul caso Cappato-Antoniani, è Gloria. La donna è la prima persona in Italia ad aver ottenuto la consegna del farmaco e di quanto necessario da parte dell'azienda sanitaria.
Il suicidio assistito
Gloria è morta nella sua abitazione dopo essersi auto somministrata il medicinale attraverso la strumentazione fornita dall'Asl. La procedura di suicidio medicalmente assistito è avvenuta sotto il controllo medico del dottor Mario Riccio, consigliere generale dell'associazione Luca Coscioni, che nel 2006 aveva assistito Piergiorgio Welby ed era stato il medico di fiducia di Federico Carboni, il primo italiano un anno fa ad aver chiesto e ottenuto nelle Marche il 16 giugno 2022 l'accesso alla tecnica. "In questo momento il nostro pensiero va alla famiglia di Gloria, al marito, vicino a lei fino all'ultimo istante – hanno dichiarato Filomena Gallo e Marco Cappato, segretaria nazionale e tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni –. Anche se la donna ha dovuto attendere alcuni mesi, ha scelto di procedere in Italia per avere accanto la sua amata famiglia e sentirsi libera nel suo Paese”.
L’iter procedurale di Gloria
Gloria, affetta da un male incurabile, aveva iniziato l’iter procedurale a novembre 2022, con una richiesta all’azienda sanitaria competente di effettuare tutte le verifiche per accedere all’aiuto alla morte volontaria. L’Asl ha operato le verifiche dei requisiti previsti dalla sentenza 242/19 della consulta, accertando che la donna ne era in possesso. Nell’aprile 2023 l’azienda sanitaria ha poi comunicato la tipologia di farmaco idoneo per poter procedere e le modalità di assunzione, fino ad arrivare alla somministrazione nella giornata di ieri.
Il secondo caso in Veneto
Per l'associazione, “le è stata risparmiata una fine che non avrebbe voluto, grazie alle regole stabilite dalla consulta e grazie alla correttezza e all'umanità del sistema sanitario veneto e delle istituzioni regionali presiedute da Luca Zaia”. Gloria è la seconda cittadina residente in Veneto, dopo Stefano Gheller, affetto da distrofia muscolare, ad aver ottenuto la verifica delle condizioni per poter accedere al suicidio assistito e il relativo parere favorevole da parte dell'azienda sanitaria e del comitato etico. Mentre in Italia, per quanto se ne abbia notizia, è la quarta volta che accade.
La legge regionale
Il Veneto è la prima regione d'Italia ad aver raggiunto, e poi depositato, la soglia delle firme necessaria per poter portare la proposta di legge regionale sul suicidio assistito in consiglio.
Sono infatti oltre 7mila i cittadini veneti che hanno sottoscritto il testo di "Liberi Subito", la proposta di legge regionale elaborata dall'associazione Luca Coscioni per regolamentare l'aiuto medico alla morte volontaria su cui si stanno raccogliendo le firme anche in Piemonte, Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia. Analoga proposta verrà depositata in Basilicata e Lazio attraverso l'iniziativa dei Comuni ed è già stata depositata da consiglieri regionali in Sardegna, Puglia e Marche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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