"Dal nazisfascismo macerie materiali e morali". Mattarella ricorda la strage di Marzabotto

"Può accadere di nuovo se dimentichiamo", è il monito del Presidente della Repubblica a 80 anni esatti dall'eccidio. Insieme a lui anche Frank-Walter Steinmeier, capo di stato della Germania

"Dal nazisfascismo macerie materiali e morali". Mattarella ricorda la strage di Marzabotto
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Il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, si è recato a Marzabotto per le celebrazioni dell'80esimo anniversario della strage nazista insieme al suo omologo tedesco, Frank-Walter Steinmeier, ringraziato caldamente per la sua presenza odierna e con il quale ha deposto una corona tra i ruderi della chiesetta di San Martino a Monte Sole, in memoria dei caduti. Poi l'incontro con alcuni sopravvissuti. "Siamo qui per chinare insieme il capo davanti a tante vite crudelmente spezzate, per riempire con i sentimenti più intensi di solidarietà quelle voragini che la disumana ferocia nazifascista ha aperto in queste terre - ha affermato il Capo dello Stato - . Siamo qui per ricordare, perché la memoria richiama responsabilità. Nella Seconda guerra mondiale si toccò il fondo dell'abisso. La barbarie, la cancellazione di ogni dignità umana. Il nazismo e il fascismo hanno lasciato macerie materiali e morali".

"Quasi ottocento le vittime, uccise tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 nei Comuni di Marzabotto, Monzuno e Grizzane Morandi. Quasi duecento i bambini, perfino neonati - ha sottolineato Mattarella -. Marzabotto e Monte Sole sono simbolo tra i più sconvolgenti della strategia di annientamento che accompagnò la volontà di dominio, il mito razziale, la sopraffazione nazionalista, insomma quell'impasto ideologico che sospinse il nazismo, e i loro complici, tra cui il regime fascista, a perseguire il catastrofico progetto di conquistare l'Europa e svuotarla della sua storia". In queste terre, tra i fiumi Setta e Reno, si compì "l'eccidio di civili più grande e spietato tra quelli perpetrati nel nostro Paese durante la guerra - ha aggiunto -. Queste terre hanno conosciuto il terrorismo delle SS e dei brigatisti neri fascisti. Non c'erano ragioni militari che potessero giustificare tanta crudeltà".

Tuttavia il Capo dello Stato sostiene che si si sbaglia "se pensiamo che il razzismo, l'antisemitismo, il nazionalismo aggressivo, la volontà di supremazia, siano di un passato che non ci appartiene. Quanto accade ai confini della nostra Unione Europea suona monito severo. I fantasmi dell'orrore non hanno lasciato la storia". Ecco quindi qual è la ragione del "pellegrinaggio laico a questi luoghi, fonti della nostra odierna convivenza civile, perenne richiamo alle follie degli uomini" per ribadire solennemente: "mai più". Anche in ricordo di tutte quelle persone che all'epoca furono capaci di "trasformare il dolore più indicibile e inspiegabile in una forza generatrice. In una nuova epoca. In un sistema che, benché imperfetto, intendeva guardare al rispetto della dignità di ogni persona".

Oggi, a otto decenni esatti da quella tragedia, diventa quindi necessario scegliere il destino "di un'Europa che non rinuncia, e anzi vuole sviluppare i suoi valori, la sua civiltà, il suo diritto, fondato sul primato della persona. Così contribuiremo a un'Europa di pace, fondata sui valori che qui vennero negati con immane spargimento di sangue - conclude Mattarella -. Quell'Europa dei popoli e non della volontà di potenza e di supremazia di ogni Stato.

Quella dell'Unione Europea, grande spazio di libertà nel mondo". Toccante, infine, il discorso tenuto anche da Steinmeier: "Provo solo dolore e vergogna. Mi inchino dinnanzi ai morti: a nome del mio Paese, oggi vi chiedo perdono".

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