"Non li mando nei Cpr". Così i medici boicottano l'espulsione dei migranti irregolari

Senza l'idoneità al trasferimento nel Cpr s'inceppa il meccanismo di espulsione: ecco il nuovo boicottaggio degli integralisti dell'accoglienza

"Non li mando nei Cpr". Così i medici boicottano l'espulsione dei migranti irregolari
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Mentre si ragiona a livello istituzionale sul contrasto all'immigrazione illegale e sul ripristino della sicurezza nelle città, che passano anche dai Cpr, come strumento funzionale a gestire in maniera adeguata il sistema di espulsioni, c'è chi pensa al boicottaggio. I Centri di permanenza per i rimpatri sono un elemento chiave del programma del governo per gestire il fenomeno delle migrazioni illegali a tutto tondo, perché sono parte del processo burocratico che porta al rimpatrio. Eppure, esiste un movimento che sta dichiaratamente boicottando tutto questo, che organizza incontri nelle scuole per convincere i giovanissimi che i Cpr devono essere aboliti e reclutare nuove persone per le manifestazioni di piazza contro i centri per i rimpatri. L'ultima strategia per il boicottaggio dei Cpr coinvolge i medici, che sono parte integrante del sistema di espulsione e rimpatrio, che stanno aderendo a una campagna di boicottaggio.

La richiesta dell'associazione "No ai Cpr" ai medici è di non firmare l'idoneità all'ingresso dei migranti nelle strutture preposte per il rimpatrio. Solo in presenza di questo foglio avviene il passaggio nel Cpr e, successivamente, si procede con l'accompagnamento del migrante irregolare alla frontiera. Ma il boicottaggio, attraverso il suo documento, mira ad "aiutare i medici coinvolti a dichiarare l'inidoneità alla vita in luoghi pericolosi per la salute e patogeni quali i CPR, di fatto, sono". Fa parte della narrazione delle associazioni come questa, che si uniscono ai gruppi anarchici e antagonisti che non solo chiedono l'abolizione dei Cpr ma di tutti i luoghi di reclusione, per cui i Cpr sono luoghi pericolosi. Certo, non sono strutturati per essere degli hotel, visto che qui dentro vengono confinati i migranti che sono spesso considerati un pericolo sociale, ma al loro interno operano professionisti preposti al controllo, alla sorveglianza e al mantenimento dello stato di salute.

E qualche medico che ha aderito al boicottaggio c'è, come riferisce la stessa associazione, riportando quello che dovrebbe essere il messaggio di una dottoressa. "Volevo condividere con te la ferma decisione di continuare a non mandare pazienti in Cpr. Questa sera uno, quando ha capito che non lo facevo idoneo, mi ha baciata in testa con le lacrime agli occhi", si legge nel messaggio firmato da una "dottoressa di Roma", inserita nel circuito del Sistema sanitario nazionale, diventata parte integrante del circuito di boicottaggio al mantenimento della sicurezza nazionale.

"Noi abbiamo il potere di rovinare la vita a un essere umano con una firma, finanche gettare le basi per un gesto anticonservativo. Che paura", conclude il medico nel suo messaggio, accolto con entusiasmo dalla comunità No Cpr.

L'associazione ha realizzato anche un modulo, che i medici aderenti possono scaricare, per certificare l'inidoneità. È difficile, per altro, procedere per l'accertamento di una dichiarazione di falso in questo caso, perché la valutazione del medico ha caratteristiche di soggettività.

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