Nuova rivolta al Cpr di Gradisca di Isonzo dove, nel pomeriggio di ieri, un gruppo di immigrati in attesa di rimpatrio si è scagliato contro le forze dell'ordine. Parte della struttura è andata distrutta, in quanto gli stessi sono riusciti a divellere alcune lastre di plexiglas che separavano gli ambienti per scagliarle contro gli agenti del II Reparto Mobile di Padova, chiamato a supporto per sedare la rivolta. Al termine degli scontri si sono registrati tre feriti tra la polizia, di cui uno in condizioni serie. Non è noto l'innesco della rivolta ma stando alle prime ricostruzioni non si esclude che l'obiettivo degli stranieri fosse quello di evadere dal Cpr, come dimostra lo sfondamento di alcune barriere di contenimento.
Durante gli scontri, alcuni stranieri hanno scagliato una pesante lastra di plexiglas contro uno degli agenti, che fortunatamente è riuscito a scansarsi all'ultimo momento evitando che la stessa lo colpisse in testa. Ma non ha potuto comunque evitare di essere raggiunto dalla lastra, che l'ha colpito sulla coscia con uno degli spigoli, aprendovi uno squarcio profondo. "Non possiamo nascondere la rabbia per il continuo pericolo cui sono esposti in queste strutture che sono delle vere e proprie polveriere, dove operano senza mezzi adeguati, in numero insufficiente, e sulla base di norme assolutamente inadatte", ha commentato Valter Mazzetti, segretario generale del sindacato Fsp Polizia di Stato. "Pochi operatori contro decine e decine di persone che non vogliono stare dove sono e che però non sono detenute, e quando esplode la violenza bisogna fronteggiarli praticamente a mani nude. Non si può continuare così", ha aggiunto facendosi portavoce di tutti quegli agenti che si trovano a operare in condizioni proibitive nei Cpr.
"È stato un pomeriggio di follia, per oltre un’ora gli immigrati coinvolti nella rivolta, provenienti per lo più dal nord Africa, hanno usato contro i poliziotti spranghe di ferro, bastoni e alcuni chiodi di ferro acuminati", è il commento del segretario Fsp Veneto, Maurizio Ferrara, che ha spiegato come si sia reso necessario l'uso dei lacrimogeni per placare gli animi. "Ovunque gli ospiti fanno rivolte e mandano poliziotti in ospedale, nel recente passato ci sono state anche molestie sessuali ad una collega dei Carbinieri, ma possibile che a nessuno interessi della nostra vita?", è la domanda che si pone Andrea Cecchini, del sindacato Italia Celere. "Le loro condizioni di stallo all'interno dei CPR vanno sicuramente riviste per dare loro una più che degna permanenza, ma se uno di loro si rivolta e manda all'ospedale un collega deve andare in galera, altrimenti il messaggio è che il CPR sia l'ennesima zona franca di questo Paese.
Pena certa ed adeguata, non mi stancherò mai di dirlo", ha aggiunto. Intanto all'esterno continua la propaganda dei "no Cpr" e "no carcere" che fomentano le rivolte ed esultano quando si registrano questi episodi.
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