"La situazione può sfuggire di mano". L'esperto di terrorismo lancia l'allarme sui cortei pro-Pal del 5 ottobre

Il professore Marco Lombardi avverte sulla minaccia delle manifestazioni a Roma a ridosso del 7 ottobre: "Sono molto preoccupato, animi già caldi. Daesh e al Qaeda potrebbero approfittane"

"La situazione può sfuggire di mano". L'esperto di terrorismo lancia l'allarme sui cortei pro-Pal del 5 ottobre
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Il mondo si prepara a commemorare le vittime della mattanza commessa da Hamas il 7 ottobre nel cuore di Israele, mentre i pro-Pal appena 48 ore prima - nonostante il "no" arrivato dalla Questura di Roma - sono pronti a scendere in piazza per celebrare quella che viene definita "la data di una rivoluzione". Restano forti le preoccupazioni per l'ordine pubblico all'antivigilia del drammatico anniversario delle stragi nei kibbutz. Tanto che Marco Lombardi, esperto di terrorismo, ha lanciato l'allarme in vista dei cortei a ridosso del ricordo del Sabato Nero dello scorso anno.

Lombardi è professore di Sociologia all'Università Cattolica di Milano e, tra le altre cose, coordina ITSTIME (Italian Team for Security Terrori- stic Issues & Managing Emergencies): si tratta del centro di ricerca dell'ateneo che da anni studia il fenomeno del terrorismo. Intervistato da il Riformista, ha denunciato che l'antisemitismo continua a dilagare nel mondo e ha sganciato un avvertimento tutt'altro che secondario per le manifestazioni del 5 ottobre: si è detto "molto preoccupato" per ciò che potrebbe accadere nella Capitale.

"Già adesso si stanno scaldando gli animi", ha rivelato l'esperto. Nonostante il divieto alla luce delle valutazioni sul campo, i pro-Pal sono intenzionati a tirare dritto. E questo potrebbe rappresentare una minaccia per la sicurezza: "C'è il rischio che la situazione sfugga di mano". A destare maggiori timori è quel punto di incontro che potrebbero trovare "certe istanze filo-palestinesi, alcune opposizioni più estreme al governo e il banale desiderio di scendere in piazza per fare a botte, nutrito da altri ancora".

Certo, non si tratta di terrorismo. Ma va fatta una precisazione: un clima di conflittualità permanente, come quello di oggi, è meno prevedibile e gestibile. "È uno scenario di instabilità facilmente strumentalizzabile", ha spiegato Lombardi. Che ha aggiunto un altro particolare: senza aver pianificato una strategia, "Daesh e al Qaeda potrebbero approfittare di una tensione alimentata sì da quel che succede in Medio Oriente, ma che vive di vita propria". D'altronde bisogna ricordare che l'opportunismo del jihad non è cosa nuova.

Dunque occhi puntati sui cortei pro-Pal del 5 ottobre, ma non solo. Un'ulteriore fonte di preoccupazione si trova nei possibili nuovi flussi migratori dovuti a un'eventuale guerra totale in Libano. L'immigrazione resta un potenziale vettore di jihadisti. Anche su questo punto Lombardi è stato chiaro: "Gli immigrati, anche quelli illegali, non sono dei terroristi. Ma spesso i terroristi sono degli immigrati illegali".

Ci sono fattori potenzialmente pericolosi - come la disperazione di chi fugge e il trattamento ricevuto - che "alimentano la collera di alcuni, che può portare a gesti estremi". In sostanza l'Italia si prepara a vivere settimane e mesi ad alta tensione: bisogna mantenere gli occhi aperti di fronte alle minacce che provengono da diversi fronti.

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