È la violenza degli antagonisti. La violenza di chi colpisce perché sa di avere le spalle coperte grazie a una certa politica. È la violenza che lascia tracce indelebili sul volto dell’ex vice brigadiere dei Carabinieri Luigi De Matteo. È il 3 luglio del 2011 quando viene preso e massacrato da un gruppo di antagonisti in Val di Susa. “Mi buttavano addosso di tutto - racconta in esclusiva questa sera a Quarta Repubblica l’uomo - acido, bombe carta”. Viene colpito da una pietra e cade. È a questo punto che i rossi si gettano con tutta la loro forza contro De Matteo: “Da quel momento non ho più capito più nulla. Mi portarono dietro a una roccia, dove mi hanno finito a sprangate e mi hanno portato via tutto, compresi i vestiti, il casco e la pistola”. Il vice brigadiere è ridotto a brandelli: “Mi hanno spaccato i denti e l’inguine. Ho ancora bruciature di acido. Ho perso tutto”, conclude l’uomo intervistato da Quarta Repubblica.
Val di Susa vuol dire antagonisti ma, anche, Askatasuna, il centro sociale di Torino che oggi viene co-gestito dagli occupanti e dal Comune, grazie a un accordo fatto con il Partito democratico cittadino. Sono gli antagonisti che sfilano contro il “genocidio” di Gaza, che predicano idee terzomondiste ma che poi, in privato, dicono: “Un bel negretto sano da prendere già fatto e finito da allevare come un bianco - si sente in una intercettazione ambientale della Digos presentata da Quarta Repubblica - che sia già in grado di pisciare da solo, che sia stato già svezzato e al massimo spendi un po’ di più a fargli un po’ di imprinting per cacciare via i complessi”. E poi il paragone: “Come i cani, sempre meglio prenderli educati da adulti che un cucciolo”. Anche perché quelli di Askatasuna sembrano portare avanti metodi squadristi: “Lì non sai che aria tira anche con gli altri. Tu vai lì in trenta brutti e cattivi. E se qualcuno esagera gli dai qualche bastonata in mezzo alle gambe per metterlo giù. Però bisogna coinvolgere anche gli altri. Non è che possiamo sempre fare i bianchi che cacciano i neri. Bisogna iniziare a mandare via le famiglie che non fanno un cazzo e metterci dentro i bianchi che ci ascoltano”, si sente nell’intercettazione diffusa da Quarta Repubblica. Ma non solo. Prosegue un altro antagonista intercettato: “Un negro che rompe i coglioni… Sto negro che si fa i cazzi suoi, tipo beve fuori dalla stanza, bisognerebbe portarlo nelle cantine in quattro e picchiarlo o minacciarlo”.
E poi il più becero razzismo: “Non mi meraviglio che a turno l’Africa l’abbiano conquistata tutti. Evidentemente qualcosa di fottutamente genetico ci deve essere”. E, infine, la caccia: “Siamo andati io e lui con tre negri a cercare gli altri due negri… Bastardi negri”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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