Era nascosto in un bunker nel cortile di un'azienda. Questa notte i carabinieri hanno arrestato il boss Francesco Pesce, 31 anni, inserito nella lista dei latitanti pericolosi e a capo dell'omonima cosca di Rosarno. Con lui è finito in manette anche Antonio Pronestì, il titolare della ditta in cui si rifugiava il boss, la "Demol Sud" di Rosarno. Il bunker era delle dimensioni di circa 40 metri quadrati provvisto di aria condizionata e composto da cucina, bagno e camera da letto, al quale si accedeva mediante una botola azionata da un meccanismo elettro-pneumatico attivato da un telecomando.
Era sfuggito all'arresto tempo fa All’interno della struttura c’era un collegamento ad internet, televisione con parabola ed un sofisticato impianto di videosorveglianza. Pesce era riuscito a sfuggire all’arresto nell’ambito dell’operazione "All Inside" dell’aprile dello scorso anno contro la cosca Pesce di Rosarno.
Dopo il suo arresto il boss, che è stato sempre in silenzio, è stato trasferito nelle camere di sicurezza del Comando provinciale dei carabinieri a Reggio Calabria dove ha trascorso la notte e ha pronunciato questa frase: "Sono diventato un personaggio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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