Vicenza - Il 100 per cento di alunni stranieri in una delle classi delle materne, oltre il 70 per cento in una prima delle elementari nella frazione di Alte Ceccato: succede a Montecchio Maggiore, centro industriale a una decina di chilometri a ovest di Vicenza, all’ombra dei castelli di Giulietta e di Romeo, le due rocche attribuite alle famiglie dei Montecchi e dei Capuleti.
Quella di Montecchio è un’area dove la forza lavoro degli immigrati ha un ruolo rilevante nel settore manifatturiero, che in particolare nella zona va dalla concia al meccanico alla fabbrica diffusa nel territorio. Qui le famiglie straniere si sono consolidate. I figli di seconda generazione, gran parte nati in Italia da genitori indiani o africani, sono iscritti nelle scuole di tutta la Provincia vicentina. Non è infatti la prima volta che l'emergenza scatta da queste parti. E' dell'anno scorso, per esempio, lo scandalo scoppiato proprio a Montecchio Maggiore quando il sindaco leghista Milena Cecchetto annunciò che i bimbi sarebbero stati lasciati a "pane e acqua" se i genitori non avessero pagato (come tutte le altre famiglie) il servizio mensa. Problemi in vista pure per il prossimo anno scolastico, dunque. "Anche quest’anno non riusciremo a rispettare il limite del 30 per cento di alunni non italiani per classe - afferma la Cecchetto - ma ciò che maggiormente ci preoccupa è che rischiamo di non riuscire a far partire il lento e difficoltoso processo di integrazione delle comunità straniere fondato sulla crescita culturale e sociale delle giovani generazioni attraverso la scuola".
A rendere evidente la necessità di affrontare la questione, per la Cecchetto, sono le percentuali ben superiori al 30 per cento stabilito dal Miur registrate nella scuola primaria "Zanella" di Alte Ceccato. Così, prima di indicare le possibili soluzioni individuate dall’amministrazione comunale, snocciola una serie di dati: la media di alunni stranieri iscritti al primo anno è del 62,8 per cento; si va dal 52,63 per cento della 1B e il 61,11 per cento della 1C, al 70,83 per cento della 1A e il 66,66 per cento della 1D. Ma alle scuole di infanzia si arriva al 95,65 perc ento della 1A della scuola "Andersen" e al 100 per cento della 1B della "Piaget". Tre le azioni individuate, indicate in una lettera inviata all’assessore regionale all’istruzione Elena Donazzan e alla dirigenza degli Uffici Scolastici, figura l’istituzione di una ulteriore sezione, la garanzia di continuità didattica con insegnanti di ruolo, la nomina di una dirigenza centralizzata per risparmiare. Nella missiva, la Cecchetto spiega che l’amministrazione comunale ha destinato "cospicue risorse economiche per finanziare percorsi di alfabetizzazione e integrazione dei bambini stranieri, con contributi nell’ordine di 40mila euro l’anno". Ma "è necessario fare di più per garantire la piena efficacia dell’azione pedagogica ed educativa della scuola" e l’obiettivo deve essere quello di "offrire ai bambini di Montecchio Maggiore una scuola di qualità, secondo una tradizione veneta che si vuole mantenere viva".
Il problema è destinato a sbarcare, a breve, nella Capitale. Le percentuali da capogiro hanno, infatti, allarmato il ministero dell'Istruzione che intende risolvere la situazione quanto prima. Lo staff del ministro Maria Stella Gelmini fa sapere al Corriere del Veneto che in Italia non possono esistere classi con solo studenti stranieri: "Siamo contrari, e faremo di tutto perché ciò non accada". Una posizione che fa pensare che il ministero di viale Trastevere provvederà smistando gli alunni in classi diverse.
Così, mentre le istituzioni vagliano modelli di organizzazione scolastica differenti e sperimentali da applicare nelle aree dove si riscontra una situazione difficile, la soluzione potrebbe passare - almeno per il momento - attraverso la nomina di un unico dirigente scolastico il cui compito sarà, appunto, quello di smistare gli stranieri tra le diverse scuole della Provincia di Vicenza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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