Neuromed rilancia la dieta mediterranea

Il «paradigma mediterraneo» continua a interessare il mondo. Un'alimentazione ricca di fibre, frutta, verdura, legumi e pesce, ma povera di grassi e meno indulgente con la carne rossa. È tutto qui il segreto della famosa dieta mediterranea studiata ancora oggi a livello planetario e messa scientificamente in luce nel 1940, a Pollica, nel Cilento, quando il fisiologo americano Ancel Keys constatò che negli ospedali di quell'area c'erano molti meno casi di infarto che altrove. Visitando mercati e pescherie capì che tutto dipendeva dal modo di alimentarsi di quelle popolazioni.
La dieta mediterranea, celebrata come una potente arma di prevenzione contro gravi patologie, da quelle cardiovascolari a quelle neurodegenerative, segna oggi un altro punto a suo favore. Secondo uno studio condotto da ricercatori dell'Irccs Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed di Pozzilli (Isernia), questo modello alimentare potrebbe infatti portare vantaggi anche per quella forma di infiammazione cronica non ancora manifesta a livello clinico, ma ritenuta fattore di rischio comune a numerose malattie croniche degenerative.
L'Istituto rappresenta un punto di riferimento a livello internazionale per la ricerca e la terapia nel campo delle malattie che colpiscono il sistema nervoso. I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista Usa Blood, la più autorevole nel campo dell'ematologia, vengono dal progetto Moli-sani, il grande studio epidemiologico condotto in Molise su 25mila persone.
«I nostri dati - spiega Marialaura Bonaccio, principale autrice dello studio - indicano che la dieta mediterranea riduce significativamente il numero delle piastrine e dei leucociti. Questo ci fa pensare che una sana alimentazione induca una riduzione del livello di infiammazione sub-clinica».
«Se per la proteina C reattiva era stata segnalata un'associazione con l'alimentazione - puntualizza Giovanni de Gaetano, responsabile del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione Irccs Neuromed - per i leucociti e le piastrine nessuno ancora aveva provato a testare se esistesse un rapporto diretto quello che mangiamo».
La ricerca lancia anche l'allarme sul pericolo, spesso indotto dalla crisi, di tanti che abbandonano la dieta mediterranea per altri cibi più ricchi di grassi.


Oggi Neuromed - anche Polo Didattico dell'Università La Sapienza di Roma - è impegnato in un vasto programma di ricerca sulle malattie neurologiche, per il quale ha lanciato una vasta campagna per la raccolta del 5xmille da destinare ai suoi laboratori, dove lavorano molti ricercatori e decine di giovani si formano allo studio.

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