Non sono cambiati

Mattina presto del 18 febbraio 1992. Allo scrivente, allora cronista abusivo dell’Avanti!, giunge una telefonata dell’allora caporedattore Stefano Carluccio, ora direttore di Critica Sociale. «Ti ho svegliato?»; «Sì»; «Senti, hanno arrestato Mario Chiesa»; «Ah»; «Lo sapevi?»; «No»; «Ci vediamo dopo?». «Sì. Certo»; «Va bene, allora ciao». «Aspetta»; «Eh?»; «Non ho capito una cosa: chi è Mario Chiesa?». «Ommadonna. È uno nostro. È il presidente della Baggina. Sai cos’è la Baggina?»; «No».

Il dialogo prosegue prima di pranzo, de visu. «Hai capito chi è Mario Chiesa?». «Sì, più o meno. Ma non ho capito un’altra cosa: chi l’ha arrestato?». «Di Pietro. C’è scritto su tutti i giornali»; «Sì, ma Di Pietro quale?»; «Antonio Di Pietro. Ce ne sono altri?»; «Ma non è quello da cui mi avete mandato i primi di dicembre?»; «Per cosa?»; «Per lo sciopero dei magistrati, quello contro Cossiga»; «Ah, sì. Sì, hai ragione »; «Lui non aveva aderito allo sciopero, e allora mi avevate detto “vai e intervistalo, che è uno nostro”, una cosa del genere.

Quello che aveva pure messo un cartello sulla porta»; «Sì»; «Quello che poi Cossiga gli aveva telefonato per complimentarsi»; «Ho capito. Sì, è lui»; «Ma allora com'è?»; «È sempre stato uno nostro, non so cosa dirti»; «Momento, ma non è anche quello della casa e della Mercedes?»; «Infatti».

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