L’Intelligenza artificiale generativa chiamata Bard cambia nome e diventa Google Gemini, ispirandosi al modello più evoluto di cui Big G dispone. Nel medesimo tempo, il Ceo Sundar Pichai ha annunciato le app per Android e iOS.
Questo breve antefatto riassume i movimenti tellurici che presto scuoteranno il mondo delle Intelligenze artificiali generative così come lo conosciamo oggi e capeggiato da ChatpGPT di OpenAI e Copilot di Microsoft.
Google Gemini è un’evoluzione di Google Bard e promette di fare faville anche se, per il momento almeno, è meglio procedere tirando il freno a mano delle aspettative.
Cosa promette Google Gemini
Per capire bene cosa può fare Google Gemini occorre partire dalla versione Pro, che può essere usata in oltre 40 lingue, italiano incluso, e che è da considerare come lo strumento “light” che, essendo gratuito, dà soltanto un assaggio di ciò che è nelle corde della versione Advanced, a pagamento, ma maggiormente capace e utilizzabile a pieno regime anche sui dispositivi mobili.
Gemini Advanced fa leva sul modello di linguaggio Ultra 1.0 che, secondo Google, è in grado di aumentare la complessità dei compiti che l’AI generativa può risolvere, perché dotata di un più raffinato e scattante “ragionamento logico”.
Tutto ciò si riverbera sulla creazione di contenuti, sulla capacità di scrivere codice (porzioni di software) e sulla possibilità di integrare Gemini in Gmail e nei documenti creati con la suite di Google Workspace, l’alternativa di Big G alla nota suite parallela Microsoft Office.
La cosa più interessante è che Gemini supporta prompt più lunghi e complessi, ossia accetta istruzioni più particolareggiate e questo apre le porte a una sfida più agguerrita ai concorrenti diretti, soprattutto a ChatGPT che, dopo un periodo scoppiettante tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, ha attirato sempre meno utenti e ha mostrato limiti persino preoccupanti sui quali la cronaca si è spesso soffermata, come nel caso dell’avvocato newyorkese che ne ha fatto uso per scrivere un’arringa scoprendo poi che il Chatbot aveva inventato sentenze precedenti e riferimenti giuridici o, forse ancora peggio, come nel caso delle querele per violazione del diritto d’autore.
I pro e i contro per gli utenti
Cominciando dai vantaggi, Google Gemini Advanced ha un costo di 21,99 euro al mese (può essere provato gratuitamente per due mesi) e prevede anche 2 TB di spazio sul Cloud. Il costo è simile a quello di Copilot Pro (22 euro al mese), la versione premium di Microsoft, che promette di potere superare in efficacia e produttività.
Insomma, più capacità (e 2 Terabyte di Cloud storage) al medesimo prezzo, segno di una sfida che si snoda anche sul piano commerciale.
Gli svantaggi, per il momento solo ipotetici, potranno palesarsi con il passare del tempo. Infatti, alla fine del 2023, Google ha dato sfoggio delle capacità di Gemini, commettendo però l’errore di avere mistificato un po’ la realtà: è vero – come dimostra la stessa Google – che Gemini ha dato risultati di un certo livello, ma distorcendo un po’ il confronto con ChatGPT.
Per spiegare con un esempio cosa è accaduto, Google ha posto gli stessi quesiti a Gemini e a ChatGPT ottenendo risposte migliori e più rapide dal proprio prodotto, senza sottolineare però che – per ricorrere a un’immagine non del tutto puntuale ma utile alla spiegazione – ha giocato a Indovina Chi? concedendo a ChatGPT meno tentativi per arrivare alla soluzione corretta.
Ci sono però gli ingredienti
per vedere un'evoluzione delle IA generative che entrano sempre di più nelle nostre case e nello svolgimento dei nostri compiti professionali. Gran parte del lavoro è già stata fatta, il resto è ancora tutto da inventare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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