Ocse, stime al ribasso per il pil italiano: -5,3% "Bisogna liberalizzare"

L’Ocse stima una profonda recessione per l’Italia, con un pil in calo del 5,3% e una ripresa nel 2010 a un ritmo lento: +0,4%. La disoccupazione verso il 10%. I benefici delle liberalizzazioni: +14% di produttività in 10 anni

Roma - Non siamo ancora fuori dalla crisi. Anche se in fondo al tunnel si vede la luce. L'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) in un rapporto dedicato al'Italia dice che ci troviamo in un "periodo difficile". Fino a qui nessuna novità.  "L’economia - prosegue l'Ocse - si trova in una profonda recessione, prevalentemente a causa di sviluppi esterni legati alla crisi finanziaria globale, e c’è una elevata incertezza sul vigore e la tempistica della ripresa".

Previsioni riviste In una tabella contenuta nelle 150 pagine dello studio, l’ente parigino rivede in peggio la previsione sulla contrazione del pil per il 2009, al 5,3 per cento, a cui però ora fa seguire la stima di un incremento dello 0,4 per cento sul 2010. Quest’ultimo dato è stato rivisto in meglio rispetto alle precedenti stime. Nel rapporto annuale generale pubblicato lo scorso 31 marzo, per il pil dell’Italia l’Ocse prevedeva un meno 4,3 per cento sul 2009, ma un ulteriore meno 0,4 per cento del pil sul 2010.

Stretta creditizia A dispetto di un sistema bancario "relativamente sano", il bel Paese appare "particolarmente sensibile alla stretta creditizia", che con la crisi si è innescata come in altre economie, ma anche alla debolezza della domanda estera. E queste sensibilità sono state accentuate dalla "bassa produttività e redditività di insieme che nel passato decennio hanno riguardato le performance dell’economia", prosegue l’Ocse.

Debolezza di fondo In più l’Italia deve gestire una "debolezza di fondo" delle finanze pubbliche, ora sotto pressione proprio a causa della crisi economica. L’Ocse riconosce che per il breve termine sono state adottate misure di bilancio che hanno un impatto "neutrale" sui conti, tuttavia suggerisce che per il lungo termine le performance dell’economia possono essere migliorate facendo leva su riforma strutturali.

Disoccupazione al 10% La percentuale dei non occupati potrebbe toccare il 10% quest’anno - con un picco nel primo semestre - e continuerà a crescere anche nel 2010. È la stima contenuta nel rapporto annuale dell’Ocse. "La disoccupazione - spiega l’organizzazione di Parigi - crescerà con forza nel corso del 2009 e potrebbe raggiungere il 10% entro la fine dell’anno sebbene un’incertezza considerevole circondi la reazione del mercato del lavoro alla crisi". 

Liberalizzazioni L’Ocse quantifica i benefici delle liberalizzazioni. Se l’Italia adeguasse la sua normativa nei settori non-manifatturieri alla "best practice" internazionale, ne ricaverebbe un aumento del 14,1% della produttività su 10 anni. Se si limitasse a raggiungere i livelli migliori della ue il miglioramento sarebbe del 13,7%.

Nella simulazione dell’Ocse, l’incremento deriverebbe da un +2,6% nel settore dell’elettricità e del gas, dal 4,9% nel retail e dal 7,4% nei servizi professionali. Sarebbero quindi "benefici elevati", soprattutto nel caso dei servizi professionali, dove l’attuale contesto normativo è particolarmente "scadente se paragonato a quelli di altri paesi".

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