E sattamente vent'anni fa, chirurgica precisione inglese si onoravano i primi 50 dalla scomparsa di Orwell , il Times Literary Supplement oltraggiò il mistero. Orwell aveva intitolato 1984 così in origine avrebbe dovuto chiamarsi The Last Man in Europe in onore della ex moglie. L'ineffabile Eileen O'Shaughnessy, infatti, aveva scritto una poesia, End of the Century 1984, nel 1934, quindici anni prima della pubblicazione del romanzo, un anno prima di flirtare col suo autore. La poesia celebrava la Sunderland Church High School frequentata da Eileen; i critici vi intuirono atmosfere distopiche; Michael Shelden, autore di Orwell: The Authorized Biography, confermò, «Orwell ha cambiato il titolo del romanzo su richiesta dell'editore americano. Rese un silenzioso tributo a Eileen, dopo la sua morte». Altri critici fecero spallucce, il mistero tornò a infittirsi in una palude di nonsense, tutti però si trovarono d'accordo su un fatto: «Eileen ha avuto una grande influenza su Orwell, soprattutto durante la scrittura de La fattoria degli animali. Diciamolo pure: di tutti gli scrittori della sua generazione, Orwell è stato quello benedetto dalla moglie più intelligente» (Shelden). Ora che Sylvia Topp ha pubblicato la biografia di Eileen (titolo aulico: Eileen. The Making of George Orwell, Unbound 2020, pagg. 560, £ 25.00), la suggestione di allora torna trionfante: il Telegraph ha lanciato la biografia con un barrito, «Come la moglie di George Orwell scrisse 1984 15 anni prima di lui». Basta un sedicesimo di verità e un chilo di idiozia per fare notizia.
Eileen O'Shaughnessy, come dice la sagace biografa, è «il buco nero degli studi orwelliani». Di certo, fu l'«incontro che cambia il corso della vita di Orwell» (Guido Bulla). Ardita, smaliziata, colta, Eileen «voleva impressionare gli altri con la sua intelligenza». Orwell fu impressionato, piuttosto, dalle sue gambe e dal suo «viso da gatta». La incontrò a Londra, primavera 1935; il gancio l'ha fatto l'affittuaria di Orwell, a Hampstead. Lui era tornato dalla Birmania, schifato dal colonialismo, aveva fatto il barbone a Portobello Road e il mendicante a Parigi ho marchiato in fronte quanto scrive in 1984: «Tutto quel che faceva pensare alla corruzione lo riempiva sempre d'una sfrenata speranza». Aveva pubblicato un paio di libri Senza un soldo a Parigi e a Londra e Giorni in Birmania , sognava di diventare Jack London, aveva 32 anni. Lei aveva due anni meno di lui, era stata lettrice d'inglese a Oxford, stava fondando un'agenzia per dattilografi e seguiva un master in psicopedagogia all'università. Orwell ne fu fulminato. Le chiede di sposarlo il giorno in cui la conosce. Lei accetta. Le nozze accadono l'anno dopo, il 9 giugno 1936, tra le perplessità dei parenti di lui «Tutti adorano Eric, ma pensano che sia impossibile vivere con lui. Il giorno del matrimonio sua mamma scuoteva la testa: ero una ragazza avventata, diceva, non sapevo a cosa andassi incontro», scrive Eileen. In effetti. Orwell sceglie di abitare a Wallington, nell'Hertfordshire, in un cottage vecchio di tre secoli, «senza elettricità né acqua calda, con un bagno all'esterno, una capra da mungere e delle galline per le uova». Eileen lo segue. E lo insegue, poco dopo, in Spagna, sul fronte, protagonisti di una fuga rocambolesca lungo i Pirenei, braccati e schedati come «trotckijsti». In Spagna, per altro, i due sperimentano il rapporto aperto: Eileen si cede al comandante Georges Kopp; lui se la faceva da un po' con Lydia Jackson, confidente di lei. Un amico di Orwell, Mabel Fierz, ha confermato che «Non si credeva attraente, ma era un talentuoso donnaiolo». Gli piaceva giocare su più tavoli. «Era un grande scrittore di lettere. Lettere infinite, di molte pagine», ricorda una sua fiamma, Brenda Salkeld. Poi ci fu Celia e Ann e la segretaria del Tribune. Amava in modo disordinato, spesso astratto, «certo, sono stato infedele, l'ho trattata male, anche lei mi ha trattato male, ma, ecco, è stato un vero matrimonio, il nostro, nel senso che insieme abbiamo attraversato momenti terribili, abbiamo lottato, ecco», ammette, lui. Durante la Seconda guerra, Eileen è assunta presso i Censorship Department; Orwell, inabile alla leva, si arruola fra i Local Defence Volunteers. Insieme adottano un figlio, Richard Horatio, e lui la piange con sincerità quando muore, a 39 anni, nel marzo del 1945, durante una isterectomia. In 1984 l'amore avido, riscoperto, autentico, è rappresentato dall'audace Julia «dovrei piacerti, caro, io sono corrotta fin nel midollo delle ossa»). L'amore coniugale, invece, ha il volto burocratico dell'«ortodossa», algida Katharine. Orwell scrisse 1984 in reclusione, a Jura, nelle Ebridi. Dopo la morte di Eileen, propose le nozze a quattro donne. Sonia Bronwell, sgargiante segretaria di Horizon, più giovane di lui di quindici anni, accetta. I due si sposano il 13 ottobre del 1949. Orwell sta malissimo, muore tre mesi dopo.
Dopo dieci anni, Sonia si risposa, impalma il ricco possidente Michael Pitt-Rivers, con cui rompe nel 1965. Mantenne il cognome Orwell, fu l'amante di Lucian Freud e di Merleau-Ponty, amica di Picasso e di Francis Bacon. Eileen non avrebbe apprezzato.Davide Brullo
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