Bimba di 11 mesi morta in ospedale nel 2013, assolti 8 medici a Palermo

La bimba fu portata in ospedale perché affetta da febbre, vomito e diarrea, visibilmente sofferente e disidratata: a ucciderla, però, hanno sostenuto i difensori, sarebbe stata una leucemia fulminante

Bimba di 11 mesi morta in ospedale nel 2013, assolti 8 medici a Palermo

Tutti assolti a Palermo gli otto imputati dell'omicidio colposo della piccola Greta Guccione, morta all'età di undici mesi per cause ancor oggi poco chiare. Per sei medici dell'Ospedale dei Bambini Di Cristina di Palermo, il pm Renza Cescon, aveva chiesto due anni, ma oggi il giudice monocratico del Tribunale di Palermo, Nicola Aiello, ha scagionato tutti. Assolte così le neuropsichiatre infantili, Donatella Manzoni e Daniela Buffa (per loro c'era la richiesta in questo stesso senso da parte della Procura), le uniche a essersi rese conto della causa del malessere della bimba, un eccesso di calcio nel sangue (ipercalcemia) e a stabilire una terapia adeguata, che però non bastò a salvarle la vita. Il giudice ha assolto pure gli altri sanitari: Filippo Greco, Maria Lospallutti, Ludovico Salsa, Marcello Saitta, Donatella Ragusa e Aldo Barone.

I genitori della bambina si erano costituiti parte civile. Il padre di Greta, Carmelo Guccione, è farmacista; la madre Maria Dolores Garcia è di origini spagnole. La tragedia familiare si è consumata fra il 17 e il 21 settembre 2013. La piccola fu portata in ospedale perché affetta da febbre, vomito e diarrea, visibilmente sofferente e disidratata: a ucciderla, però, hanno sostenuto i difensori, sarebbe stata una leucemia fulminante, senza che fosse possibile fare alcunché per salvarla. Secondo l'accusa alla piccola Greta furono fatte decine di esami specialistici, tranne l’unico che avrebbe potuto salvarla, l’esame del “bilancio idrico”, che avrebbe fatto emergere da subito la patologia di cui soffriva Greta. Per i consulenti dei genitori i ritardi nella diagnosi sarebbero stati fatali alla piccola. Tesi non accolta dal giudice Nicola Aiello.

Il pediatra, consultato mentre la famiglia era in vacanza all’estero, aveva dato alla bambina una terapia che sembrava in un primo momento aver risolto i problemi. Ma dopo il rientro a Palermo, deciso comunque dai genitori preoccupati, lo stesso medico diagnosticò alla piccola l’acetone e diede una cura che non ebbe esiti. La bambina stava sempre peggio, aveva perso molto peso e la famiglia decise il ricovero al Di Cristina dove le sue condizioni peggiorarono fino al decesso dopo 4 giorni. Per la Procura, a causare la morte sarebbe stato il ritardo nell’effettuazione dell’esame del “bilancio idrico”, che avrebbe fatto emergere la grave ipercalcemia di cui la piccola soffriva.

Sotto processo sono finiti sia i medici del pronto soccorso dell’ospedale che visitarono per primi la bambina sia quelli di pediatria e neuropsichiatria infantile che nei giorni successivi ebbero in cura Greta. Il caso si mostrò subito complesso. La Procura chiese per due volte l’archiviazione dell’inchiesta. Poi un incidente probatorio spinse il pm a chiedere il giudizio dei medici, oggi assolti.

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