"L'esecuzione del presente provvedimento risulta improcastinabile" visto quanto emerso "in merito alla manifestata intenzione di Accursio Dimino e di Antonello Nicosia di partire per gli Stati Uniti d'America nei prossimi giorni, replicando tragitti già intrapresi in precedenza ovverosia con scali intermedi in Paesi del Medio Oriente e utilizzando documenti falsificati, al fine evidentemente di rendere più agevole il loro ingresso in America data la sussistenza, a carico di entrambi come si vedrà, di gravi precedenti penali". Lo scrivono i pm della Dda di Palermo nel provvedimento di fermo emesso nei confronti, oltre che di Nicosia e Dimino, di Paolo e Luigi Ciaccio e Massimiliano Mandracchia. I primi due sono accusati di associazione mafiosa, Mandracchia e i fratelli Ciaccio di favoreggiamento. Inoltre secondo le indagini del Ros dei carabinieri e del Gico della Guardia di finanza - coordinate dalla Dda di Palermo, "Nicosia giungeva persino a progettare un omicidio, unitamente ad Accursio Dimino, in danno di un facoltoso imprenditore di Sciacca e ciò al fine di acquisirne il patrimonio".
Il 29 gennaio 2018 è stata intercettata una conversazione fra Accursio Dimino e Antonino Nicosia nel corso della quale i due progettavano la commissione di un omicidio in danno di "Cavataio, un'altra cosa inutile", imprenditore saccense ("è il più ricco di Sciacca"), con interessi economici anche nel nord Africa, e due figli. E così Accursio Dimino e Nicosia - che stavano organizzando una trasferta negli Stati Uniti - ipotizzavano di passare per il Marocco (Dimino: "Gacciamocelo un giro lì in Marocco e ce lo chiamiamo") e compiere là l'omicidio. Ciò che si doveva fare, per il mafioso, era "levarlo di mezzo" e farlo in Marocco - Nicosia diceva "lì problemi non ce ne sono" - avrebbe avuto il vantaggio di ostacolare la loro identificazione, il movente dell'omicidio e le investigazioni.
Il dialogo, aggiungono i pm, "lasciava intuire che il Nicosia era addirittura riuscito a procurarsi uno strumento sottratto direttamente dalla legge a qualsiasi verifica, per comunicare con gli associati mafiosi detenuti". Dice Nicosia: "A Trapani hai visto... lui è convinto che comanda lui a Trapani perché quello è amico suo il comandante... la carta intestata della Camera, cioè io sono Santo Sacco, pure qua dentro, capito, la carta intestata della Camera". La deputata chiede (a Nicosia) se gli è piaciuta e Nicosia risponde: "Ma certo, la carta intestata della Camera, gli potevo mandare una cosa così? Mi sono fatto dare un blocchetto di carta intestata Camera dei Deputati": Occhionero: "Bravo!". E Nicosia: "Con la firma sotto perché ho firmato tutte e due, gli ho messo Onorevole... e lui questa cosa la porterà in giro come fidanzata... sezione sezione. Io sono Santo Sacco, io sono Santo Sacco anche in galera! Ed il primo ministro (Matteo Messina Denaro, ndr) è sempre a Castelvetrano ... non si scherza (ride)". Occhionero: "A posto ... (ride)".
Negli Usa, Antonello Nicosia aveva progettato di scappare. Una partenza in programma alla fine della settimana successiva e che lo stesso Nicosia confermava a un proprio conoscente a distanza di qualche giorno. "Chiudo sti progetti e poi me ne vengo a Roma perché poi l'altra settimana ancora vado in California, già ho fatto il biglietto", diceva il 26 ottobre scorso. Da qui l'urgenza del provvedimento di fermo, non solo a carico dei due indagati che "manifestano in modo espresso e inequivocabile l'intenzione di darsi alla fuga e di rendersi irreperibili - scrivono i pm della Dda di Palermo -, ma anche nei confronti degli altri.
Infatti, non può procedersi nei confronti di uno solo degli indagati senza che ciò si risolva per gli altri nell'anticipata conoscenza delle indagini a loro carico con ulteriore aggravamento del già sussistente pericolo di fuga".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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