Milano - L'allarme nucleare in Giappone e le ripercussioni che la catastrofe nipponica potrebbero avere sull’economia mondiale hanno scatenato le vendite sui listini europei, dopo il tonfo dellaBorsa di Tokyo che ha lasciato giù oltre il 10,5%. Milano, che in giornata è arrivata a perdere circa il 3,9%, ha recuperato terreno chiudendo a -2%. Londra segna un calo dell'1,38%, mentre Francoforte cede il 3,19% dopo aver toccato il -5%. Male anche Parigi che perde il 2,51% e Amsterdam che lascia giù il 2,31%.
Piazza Affari in forte calo Chiusura di seduta in forte ribasso per la Borsa valori, che risente come gli altri mercati dei timori innescati dalla vicenda dell’impianto nucleare in Giappone. L’indice Ftse Mib registra un calo del 2,01%, a 21.365, All Share a -2,01%. Perdite più pronunciate per Intesa, Fiat, St, rialzo per Prysmian. Per Piazza Affari la giornata più difficile da quando si è verificato il terremoto in Giappone. I mercati hanno preso coscienza degli enormi danni causati dal sisma e delle conseguenze per l’economia del paese e per quella mondiale in molti settori. L’evolversi della crisi nucleare aggrava ancor più la situazione. Il mercato ha iniziato la giornata già in netto calo dopo il tracollo della borsa di Tokyo, toccando un minimo del -3,9%, e finendo sui livelli di partenza. Impennata degli scambi, a 5,5 miliardi di euro di controvalore.
Nuovo crollo a Tokyo Prevalgono paura e tensione nelle principali borse di Asia e Pacifico, con l’allarme nucleare scattato in Giappone dopo l’esplosione di un altro reattore atomico. Nuovo crollo per Tokyo, che ha lasciato sul campo il 10% dopo lo scivolone del 6% della vigilia, mentre avanza proprio verso la capitale nipponica la nube tossica sprigionata dalla centrale di Fukushima. Difficoltà anche ad Hong Kong (-3%), ancora in fase di contrattazioni, Taiwan (-3%), Seul (-2,4%) e Sidney (-2,1%), mentre à apparsa relativamente più cauta Shanghai (-1,4%). Su quello che resta del listino nipponico, che ha funzionato anche oggi nonostante la catastrofe, si segnalano i gruppi del comparto energetico Tokyo Electric Power (-24,68%), Toshiba Corporation (-19,46%), Oki Electric (-19,05%) e Fuji Electric Holdings (-17,67%), assieme a quelli dell’alimentare come Nippon Meat Packers (-18,09%), che ha dovuto fermare la produzione. Più cauta, se è lecito il termine, Toyota (-7,4%), la cui produzione automobilistica è ferma. Sotto pressione a Hong Kong China Resources (-3,92%) e Petrochina (-3,7%), mentre a Seul le vendite interessano il comparto della logistica e delle costruzioni con Kepko Engineering (-12,71%) e Logistics Energy (-10%).
In controtendenza il cementiero Ssangyong (+14,96%), spinto dalla speculazione su un possibile balzo della domanda di materia prima per la ricostruzione in Giappone. Difficoltà a Sidney per gli estrattivo-minerari Extract Resources (-18,45%), Paladin Energy (-17,47%) ed Energy resiources (-14,3%), particolarmente esposti sul nucleare in Giappone.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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