Colpi di stampella, pugni, sedie volanti e X-Factor: cosa è successo alla Camera

Le opposizioni parlano di aggressione "squadrista" da parte della maggioranza, che invece accusa Donno di "simulazione". Antonio Tajani: "Senza parole"

Colpi di stampella, pugni, sedie volanti e X-Factor: cosa è successo alla Camera

Continua a tenere banco la bagarre accaduta nella serata di ieri alla Camera durante i lavori per l'Autonomia differenziata. I parlamentari di maggioranza negano di aver colpito Donno e lo accusano di "simulazione", al contrario dall'opposizione di alza la protesta con l'accusa di "squadrismo". In mezzo, due espulsioni: Domenico Furgiuele, deputato della Lega, è stato espulso per aver fatto il segno della "X" con le dita, interpretato come simbolo della Decima, mentre Nico Stumpo, onorevole del Partito democratico, è stato espulso per aver lanciato una sedia. "Non ho parole", è il commento sconcertato di Antonio Tajani a SkyTg24. Poi, ha aggiunto: "L'emiciclo non è un ring, se vogliamo non perdere altri elettori dobbiamo dare esempi molti diversi, non sono i pugni che risolvono i problemi politici o fanno prevalere un'idea su un'altra".

Le accuse di Donno

Leonardo Donno del Movimento 5 Stelle è l'onorevole che ha avviato le provocazioni in Aula, scendendo dai banchi dell'opposizione per andare verso quelli dell governo con in mano un tricolore. La sua azione è stata immediatamente fermata dai commessi, perché si tratta di un comportamento vietato dal regolamento della Camera. Ma a quel punto, dai banchi di maggioranza sono scesi alcuni deputati e con loro anche quelli dell'opposizione, dando il via alla rissa. "Non è stata una rissa, che prevede più persone che si picchiano, c'è stata una aggressione squadrista da più deputati di destra che hanno provato in tutti i modi a raggiungermi, lo hanno fatto con calci e pugni", è l'accusa di Donno ai microfoni di Agorà, supportata dai parlamentari del Pd. "Iezzi della Lega mi ha sfiorato l'occhio con un pugno, questo lo ricordo, e ha tentato di darmene altri 4 o 5, ma non mi pare ci sia riuscito. Ma mica era il solo: c'erano pure Amich, Cangiano e Mollicone di FdI. E un altro leghista, Candiani", è l'accusa del pentastellato.

Le repliche dei parlamentari accusati

Da parte loro, invece, gli onorevoli di maggioranza respingono ogni accusa. "Ho provato a dare cazzotti, ma non l'ho colpito. Donno ha tentato di aggredire Calderoli e ho reagito. Io mi allontano e lui dopo cade come una pera. Andrebbe condannata la sua sceneggiata. Pentirsi? È una reazione non giustificata ma causata da un motivo", sono state le parole a caldo di Igor Iezzi, che confermano quanto detto da Donno. Questa mattina, l'onorevole della Lega intervistato su Rtl 102.5 ha ribadito: "Donno è stato fermato da 20 commessi perché voleva colpire Calderoli. Inoltre, un parlamentare del Pd, Nico Stumpo, è stato espulso per aver lanciato una sedia contro i banchi del governo. Questo era il clima".

Enzo Amich, deputato di Fratelli d'Italia, tirato in causa da Donno in sala stampa ha fornito la sua versione dei fatti: "C'è stata una provocazione da parte di Donno che è sceso dai banchi per andare incontro a un uomo di 75 anni, ministro, un gesto di vilipendio e di mancanza di rispetto". Questo, prosegue, "ha comportato una sorta di parapiglia e io non ho fatto nient'altro che scendere per cercare di allontanare le persone, cercare di dividere, c'erano già i commessi, ma l'istinto è stato quello di cercare di dividere". Anche Gimmi Cangiano, deputato di Fratelli d'Italia, respinge ogni accusa: "Dalle immagini si vede benissimo che mi sono avvicinato al parapiglia solo per togliere la bandiera che provocatoriamente lo stesso Donno voleva dare al ministro Calderoli. La mia posizione, dai video che circolano, è talmente lontana dal deputato 5stelle da non poter permettere alcuna aggressione".

Federico Mollicone, anche lui eletto con Fratelli d'Italia, ha definito Donno un "commediante" e sostiene sia "oltraggioso rivestire con un tricolore forzatamente un ministro della Repubblica. Quella alla fine era una sceneggiata della migliore specie". Quindi, respingendo ogni accusa, ha dichiarato che "non solo non l'ho toccato, ma nel resto dell'azione mi sono allontanato e messo seduto per non alimentare quella che era un evidente tentativo per sospendere i lavori. Donno la smetta di dire bugie e si vergogni". Stefano Candiani, deputato della Lega, parla di provocazioni ripetute da parte delle opposizioni e sostiene che "Donno ha creato le condizioni per una rissa non qualificabile e, per di più, ha aggravato la situazione simulando un'aggressione che non ha mai subito, inventando falsità". E poi, definendo Donno un "bugiardo", ha aggiunto che "si è messo a fare la vittima quando è l'istigatore. Provocazioni, menzogne e falsità: questi sono gli standard di questi rossi a 5 stelle".

L'aggressione con la stampella e X Factor

Fabio Petrella, onorevole dei Fratelli d'Italia, al termine della bagarre in Aula ha incontrato i cronisti e ha raccontato che nel marasma che si generato in Aula lui stesso ha subito un'aggressione da un onorevole di opposizione. "Stavo cercando di stemperare gli animi con Gnassi, ho fermato Toni Ricciardi del Pd. E appena l'ho fermato lui mi ha dato due stampelle sul petto". Questa mattina la seduta è ripresa con il verbale stenografico di quanto accaduto ieri, sul quale il capogruppo di Fdi alla Camera Tommaso Foti, rivolgendosi al vicepresidente della Camera Sergio Costa, ha fatto un appunto: "Nel processo verbale e nello stenografico non risulta che il deputato Pietrella è stato colpito dal relatore di minoranza con una stampella e non risulta che l'onorevole Stumpo ha lanciato una sedia verso questi banchi. Giustamente, ci sono le immagini e si procederà coi filmati prossimamente".

Domenico Furgiuele, accusato di aver fatto con le dita il segno della "Decima" mentre le opposizioni cantavano Bella Ciao, ha respinto le accuse e fornito la sua versione: "L'ho fatto per dire che non mi piace 'Bella ciao', perché non è una canzone che rappresenta tutto il popolo italiano".

E ha poi aggiunto: "A X Factor facevano la X per dire no, posso fare quello che voglio? Se voglio mettere un voto sulla scheda posso fare il simbolo della X? Alla provocazione si è risposto con un gesto che non poteva non essere provocatorio, in un contesto nel quale la voce di chi cantava era più alta".

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