Sicurezza, Nordio: "Scudo? Mai parlato di impunità per gli agenti"

Il ministro Nordio si è presentato in Aula durante la discussione del disegno di riforma della Giustizia e ha spiegato che lo "scudo" non andrà adesso nel ddl Sicurezza

Sicurezza, Nordio: "Scudo? Mai parlato di impunità per gli agenti"
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Durante l'esame del disegno di legge costituzionale "Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare", le opposizioni hanno chiesto la presenza in Aula del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che è arrivato poco dopo. La discussione in oggetto quest'oggi è incentrata sulla separazione delle carriere. Il ministro ha ricordato che "da 27 anni patrocino la riforma per la separazione delle carriere, il sorteggio del Csm e l'Alta Corte disciplinare" e ha rilevato che "ciò che contiene questa riforma è stato scritto da me in un libro nel 1997".

Divertente siparietto in ingresso in Aula, quando il ministro si è rammaricato "di non aver potuto partecipare a tutte le udienze", incappando in un lapsus per la sua precedente carriera. "Sedute", lo hanno corretto dalle opposizioni, alle quali Nordio ha prontamente replicato: "Scusate, sempre magistrato. Sono giorni concitati e il ministro non può essere bilocato, ma sono sempre stato informato". Tornando sul punto della discussione, il ministro ha citato il filosofo Blaise Pascal, il quale sosteneva che "è orribile parlare di se stessi, ma di una cosa non mi si può accusare: di avere cambiato le mie idee. Carriere separate, sorteggio, l'istituzione dell'Alta corte".

Per quanto riguarda il sorteggio, il ministro ha sottolineato che è "un elemento fondante del nostro sistema giudiziario e giurisdizionale. Rappresenta l'interesse più alto della giurisdizione quando tocca i livelli più alti, da chi giudica l'ergastolo per i cittadini, al tribunale dei ministri, all'alta corte di giustizia che giudica il presidente della Repubblica". Ha voluto specificare che "non ci sarà un sorteggio random tra chi passa per strada, ma tra persone ultra preparate. Questo spezzerà il legame tra elettore e l'eletto, rompendo quel fenomeno correntizio contro cui tutti, anche l'opposizione, ci siamo espressi". Nordio ha rimandato al mittente le affermazioni di chi lo accusa di voler punire i magistrati: "Mi stupisce che si possa pensare che voglia punire le toghe chi ha indossato la toga con decenza per 40 anni...".

Ha quindi proseguito spiegando all'Aula che la ragione della separazione delle carriere "è tecnica, sistematica e dogmatica". E che partendo da questo presupposto, ha aggiunto, "si dica che si intende sottoporre il Pm all'esecutivo è un processo alle intenzioni che non fa onore a chi lo espone ed è in contrasto con il dettato della riforma". Con la separazione delle carriere "non c'è nessuna lesione di maestà, non c'è nessuna blasfemia", anche perché, ha ricordato Nordio alla Camera, "esiste nei Paesi dove è nata la democrazia, il sorteggio è consustanziale al nostro sistema giudiziario, l'Alta corte di giustizia era stata proposta addirittura da molti di voi".

Uscendo dall'Aula, poi, il ministro ha risposto alle domande su quello che viene definito come "scudo" per gli agenti. "Non si è mai parlato di scudo penale inteso come impunità", ha spiegato Nordio, aggiungendo che "la norma sarà messa in un provvedimento a parte, sicuramente non adesso nel ddl Sicurezza" e che serve prudenza quando si va a toccare il codice penale.

"Le maggiori tutele che riguardano tutti i cittadini derivano da una distonia tra l'istituzione dell'informazione di garanzia e del registro degli indagati, che dovrebbe servire a garantire la difesa di chi è sottoposto a un'indagine e che invece si sono trasformati in un marchio di infamia, in una condanna anticipata e talvolta addirittura in una preclusione alla assunzione di cariche pubbliche", ha proseguito, per poi aaggiungere che "stiamo studiando una riforma procedurale che, lungi dal dare impunità a chi commetta un reato, coniughi il diritto a una presenza di garanzie per chi un domani potrebbe essere indagato senza essere in quel momento sottoposto alla negatività mediatica e giuridica dell'iscrizione in un registro e della cosiddetta informazione di garanzia".

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