Almeno 87 persone, in gran parte reclute, sono morte e più di un centinaio sono rimaste ferite in un duplice attentato-kamikaze in Pakistan. Nel mirino, un centro di formazione della polizia di frontiera, nella città di Shabqadar, circa 30 km a nord di Peshawar, nella regione del nord-ovest. I talebani hanno dunque messo in atto la loro prima grande azione di vendetta per la morte di Osama Bin Laden; ed è stata una strage. Si tratta del più sanguinoso attacco realizzato in Pakistan dall’inizio dell’anno, in un momento in cui il governo di Islamabad è in grave imbarazzo, costretto a spiegare al mondo come mai non sapesse che il capo di al-Qaeda si nascondesse in un villaggio a pochi chilometri da Rawalpindi; e alla popolazione locale, come sia stato possibile che gli Usa abbiano violato il territorio nazionale senza alcun preavviso. Le esplosioni sono avvenute mentre i cadetti, freschi di formazione e ormai in abiti civili, stavano salendo su un pullman e un minibus che li avrebbero riportati a casa per una decina di giorni, dopo un corso di formazione. «Due dei nostri fedayin (kamikaze) hanno realizzato questi attentati. È la prima vendetta per il martirio di Osama: attendetevi attentati ancora più grandi in Pakistan e Afghanistan», ha minacciato il portavoce dei talebani in Pakistan, Ehsanullah Ehsan, raggiunto telefonicamente in una località sconosciuta.
I talebani pakistani sono responsabili di un’ondata di attentati, la gran parte kamikaze, che hanno causato la morte di oltre 4.300 persone negli ultimi tre anni. Il capo dello Stato maggiore congiunto dell’esercito pakistano, generale Khalid Shameem Wynne, intanto ha cancellato un viaggio in Usa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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