Il Pdl vuole aggregare i moderati: si fa avanti un'alleanza con Casini

All'interno del Pdl si fa strada la necessità di lavorare a un progetto politico che punti a ricucire con i centristi. Sacconi rilancia la proposta di Alfano: "Il progetto politico del Pdl è di riunirei moderati che si ricollegano al Ppe". Ma Lupi avverte: "Non c'è spazio per precondizioni per noi inaccettabili"

Il Pdl vuole aggregare i moderati: 
si fa avanti un'alleanza con Casini

Roma - Nessuna exit strategy. Anzi. Occhi puntati ai centristi di Pierferdinando Casini. Non sono affatto pochi, all'interno del Pdl, a guardare all'Udc per una futura alleanza. Dopo la presa di distanze di Casini dal nuovo Ulivo di Pierluigi Bersani, si fa strada la volontà di aggregare tutti i moderati. Dal vicepresidente della Camera Maurizio Lupi al ministro del Welfare Maurizio Sacconi, fino al titolare della Farnesina Franco Frattini: si lavora per una nuova intesa.

Era nell'aria da giorni. Il primo a rilanciare la proposta di un'alleanza con Casini è stato Sacconi. D'altra parte lo stesso coordinatore unico del Pdl, Angelino Alfano, aveva indicato proprio questa come strada a cui lavorare. A Bruxelles Pdl e Udc sono, fianco a fianco, nel Ppe. L'ex Guardasigilli vorrebbe che, anche a Roma, ci fosse la stessa alleanza. "C’è un dichiarato progetto politico del Pdl - precisava ieri Sacconi parlando alla festa del Pdl a Cortina - che è quello di riunire tutti i moderati che si ricollegano al popolarismo europeo. Questo è un progetto per il quale ci sono molte prove di dialogo in atto e che ha alla sua base soprattutto valori condivisi della tradizione nazionale". Un’intesa di questo genere, per il ministro del Welfare, "sarebbe auspicabile domani mattina".

Così, mentre il Partito democratico guarda inerme gli scontri interni alla coalizione, il centrodestra si ricompatta e prova ad allargare la coalizione. Bersani finge di non curarsene ("L'Udc non viene? Ne pagheranno il prezzo"), ma fallisce così il suo tentadivo di spostare il baricentro della coalizione che è in ostaggio di estremisti come Antonio Di Pietro e Nichi Vendola. Nel Pdl, invece, l'idea di Sacconi sembra essere ampiamente condivisa. E, alla proposta centrista di formare un "esecutivo di pacificazione", risponde positivamente proprio Lupi avanzando, però, alcuni distinguo. "Peccato che anche l’Udc pone una precondizione per noi inaccettabile e cioè che Berlusconi debba fare per forza un passo indietro", spiega il vicepresidente della Camera al Corriere della Sera facendo presente che "le elezioni anticipate sarebbero un atto di gravissima irresponsabilità in questa fase di crisi economica". A fronte di tutto questo, però, Lupi è convinto che "è fondamentale dialogare con Casini".

Per Frattini la strada è la costituente popolare per "far stare unito in Italia quel che è unito in Europa, cioè la tradizione di De Gasperi e Adenauer, in cui sia il Pdl che l’Udc oggi si ritrovano". Secondo il titolare della Farnesina, dunque, è giusto andare avanti con l'Udc "ragionando senza accelerazioni e senza offerte che sarebbero offensive", ma "costruendo un futuro politico".

Frattini non detta una tempistica, ma propone un progetto politico che mira a ricongiungere due forze parlamentari che già in passato hanno governato insieme. Un progetto per tutti quei moderati che vogliono incidere sul bene dell'Italia

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