Dante è di destra

Dante è di destra
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A noi Emma Dante è sempre piaciuta. È convinta delle proprie battaglie, spesso più retoriche che utili. Visionaria (vorrebbe cancellare tutte le ingiustizie del mondo). Non proprio simpatica ma di talento. Così brava da non cambiare mai e restare sempre uguale a se stessa. Che nel teatro si dice «manierista». E poi la pensa come Matteo Salvini sugli stupratori. Lui è da anni che la mena con la castrazione chimica, lei con la proposta di «Evirare il maschio del pene immondo».

Cosa c'entra? Niente. Ci è venuto in mente ieri quando abbiamo letto su Facebook un post in cui la grande regista Emma Dante, la Chiara Valerio del teatro (l'Ur-femminismo, il culto della Murgia,

l'ossessione per le disuguaglianze di genere), cercava un assistente alle regie liriche che la affiancasse in alcuni progetti. «È necessaria la conoscenza dell'inglese e se possibile del francese. Chi è donna o gay è avvantaggiato, anche se l'appello è rivolto pure ai maschi». Ha scritto così: «pure».

Certi come siamo che gli uomini fanno schifo, ma altrettanto convinti che né le donne né i gay siano migliori, siamo rimasti sorpresi. Proprio loro le Emma Dante, le femministe, i gay ci hanno spiegato per anni che il genere e le preferenze sessuali non devono fare alcuna differenza! E adesso invece...

È la vecchia storia, in salsa woke, per cui siamo tutti diversi, ma alcuni sono più diversi degli altri.

Se per i conservatori ogni tanto un po' di meritocrazia fa bene al popolo, per i progressisti una robusta disuguaglianza lo rinvigorisce.

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