“I documenti per il visto devono essere resi pubblici”. Ancora guai per Harry

La richiesta del visto per gli Stati Uniti formulata dal principe Harry verrà resa pubblica tra pochi giorni

“I documenti per il visto devono essere resi pubblici”. Ancora guai per Harry
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Il prossimo 18 marzo sapremo, forse, se il principe Harry ha davvero mentito alle autorità statunitensi per quel che concerne l’uso di droghe. Nel suo memoir “Spare”, infatti, il duca ha ammesso di aver provato diversi tipi di stupefacenti e nonostante ciò ha ottenuto il visto per vivere negli Stati Uniti. Questo fatto ha insospettito il think-tank statunitense Heritage, il quale sospetta che Harry possa aver dichiarato il falso sui documenti relativi al permesso di soggiorno.

Bugia o verità nascosta?

Nell’autobiografia “Spare” il principe Harry ha ricordato i suoi tumultuosi anni giovanili, confessando di aver fatto uso di droghe, dalla cannabis alla cocaina, passando per i funghi allucinogeni. Questa rivelazioni scandalose hanno attirato l’attenzione del think-tank conservatore Heritage, che si è chiesto come avesse fatto il duca a ottenere il permesso di soggiorno negli Stati Uniti dati tali precedenti. La domanda per il visto, infatti, è molto diretta per quel che riguarda il consumo di stupefacenti e un’ammissione potrebbe sbarrare per sempre l’accesso negli Stati Uniti.

I media hanno riportato le due ipotesi più plausibili per spiegare questo mistero: il principe potrebbe aver mentito sulla richiesta per il visto, dichiarando di non aver mai fatto uso di droghe (possibilità condivisa da Heritage). Oppure avrebbe detto la verità, ma qualcuno potrebbe aver, diciamo così, chiuso un occhio sulla sua situazione.

Entrambe le opzioni sono delle evidenti violazioni delle leggi statunitensi. Lo scorso 8 febbraio, in un’intervista al New York Post, il presidente Donald Trump ha garantito che non avrebbe approfondito la questione: “…Lo lascerò stare. [Harry] ha già abbastanza problemi con sua moglie. Lei è orribile”. La giustificazione in sé è già discutibile, soprattutto se pronunciata da un presidente degli Stati Uniti. Inoltre contribuisce a rendere la vicenda ancora più ambigua: la Legge, infatti, dovrebbe valere per tutti, al di là di titoli nobiliari o di mogli più o meno “orribili”, che di certo non possono rappresentare una sorta di alibi. A circa un mese di distanza dalla dichiarazione di Trump le cose sono nuovamente cambiate, stavolta a sfavore di Harry.

“La richiesta sarà resa pubblica”

Il 5 febbraio 2025, ci ricorda il Daily Mail, durante l’udienza a Washington D.C. per valutare la questione del visto che coinvolge il duca di Sussex, il giudice distrettuale Carl Nichols ha sottolineato che esisteva la concreta possibilità di rendere pubblici alcuni passaggi della richiesta del visto formulata da Harry, riporta il New York Post. Nel settembre 2024 lo stesso giudice, puntualizza Sky.com, aveva comunque fatto notare che i documenti non sarebbero di grande interesse per il pibblico.

In ogni caso la prima apertura dello scorso febbraio ha rappresentato una piccola vittoria per Heritage, che è passato alle vie legali pur di riuscire a visionare la domanda e capire, una volta per tutte, dove sia la verità.

Ora quel primo successo si sarebbe trasformato in un apparente trionfo su tutta la linea. Stando all’agenzia Ansa il giudice Carl Nichols ha dato il via libera affinché la domanda per il permesso di soggiorno del principe Harry venga resa pubblica entro il 18 marzo 2025.

Non dovrebbe trattarsi della versione integrale del documento, poiché il giudice avrebbe ordinato di omettere alcune parti che non sarebbero rilevanti nella vicenda. Per il momento Harry non si è espresso in merito a questa sorprendente svolta che potrebbe persino portare a nuove polemiche se la pubblicazione del 18 marzo non dovesse chiarire i dubbi di Heritage.

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