Il mito senza fine di Lady D. Ecco perché la principessa del Galles ci affascina ancora

A quasi ventisette anni dalla morte la figura di Lady Diana è più famosa e amata che mai, un’icona senza tempo che continua a far parlare di sé

Il mito senza fine di Lady D. Ecco perché la principessa del Galles ci affascina ancora

Un mito intramontabile. Questo è diventata Lady D. nell’immaginario collettivo. Era un’icona già in vita e la prematura scomparsa l’ha trasformata in un personaggio quasi da leggenda. Neppure gli anni trascorsi da quella terribile notte del 31 agosto 1997 hanno affievolito la magia, il magnetismo che scaturiscono dal suo nome e dalla sua immagine. Gli oggetti che le sono appartenuti vanno a ruba alle aste, l’ultima delle quali si è tenuta alla fine del giugno 2024. Le biografie che ne tratteggiano l’indole complicata continuamente ristampate. Gli articoli e i documentari che svelano nuovi retroscena o, semplicemente, raccontano frammenti della sua vita sono popolarissimi. È in vendita perfino la casa di Mayfair in cui visse dopo il divorzio da Carlo. Qual è la ragione di tanta popolarità ancora oggi? Perché siamo così affascinati da Lady Diana, persino dai suoi difetti e dalle sue debolezze?

La casa di Mayfair

Quando Lady D. divorziò da Carlo andò a vivere in una casa da 5 stanze nel prestigioso quartiere di Mayfair, al 24 di Farm Street. La dimora, di 430 metri quadri disposti su 4 piani, venne acquistata dal padre di Diana, John Spencer, nel 1990. Due anni dopo, quando l’uomo morì, a ereditarla fu la sua seconda moglie, Raine Spencer. Oggi, ci informa Sky News, la casa è in vendita per 10,95 milioni di sterline (12 milioni di euro). È dotata di ascensore, spogliatoio, parcheggio sotterraneo privato, biblioteca, ha un salotto arredato in mogano, una sala da pranzo, una cucina, una suite indipendente e una terrazza. Il vero motivo per cui questa vendita ha suscitato tanto clamore sta nel fatto che proprio in questa casa Lady D. vide per la prima volta Dodi al-Fayed e la sua famiglia. Nel 1996 Raine organizzò un pranzo per far conoscere la figliastra e il giovane milionario che solo l’anno seguente sarebbero morti insieme a Parigi. Un incontro del destino che non possiamo fare a meno di commentare con una domanda a cui è impossibile rispondere: come sarebbero andate le cose se Diana e Dodi non si fossero incontrati in quella casa?

Un abito da 900mila dollari

Lo scorso 26 giugno, in California, si è tenuta l’asta “Princess Diana’s Elegance & A Royal Collection”, organizzata dalla Julien’s Auction e il cui ricavato è stato devoluto alla Muscular Dystrophy Uk. Durante l’evento, ha riportato la Bbc, sono stati venduti più di 50 cimeli appartenuti a Lady Diana. Tra questi un abito da sera di seta magenta, firmato Victor Eldenstein, che Diana scelse per degli impegni reali a Londra e in Germania nel 1987 (lo stesso brand disegnò anche il celebre vestito indossato dalla principessa per danzare con John Travolta alla Casa Bianca, nel 1985). La creazione di Edelstein è stata venduta per la cifra record di 910mila dollari. Ma non è la sola. Un capo blu notte in tulle, realizzato da Murray Arbeid e che Diana sfoggiò nel 1986 alla prima del Fantasma dell’Opera e a una cena al Claridge’s per Re Costantino di Grecia e alla Royal Opera House nel 1987, è stato acquistato per 780mila dollari, ovvero quattro volte la stima iniziale.

“Un incredibile successo”

Sono andate all’asta anche delle lettere, una delle quali venne scritta dalla principessa alla governante di casa Spencer, Maud Pendrey, nel 1984. All’epoca Lady D. era incinta di Harry. La missiva è stata venduta per 44,450 dollari, cioè 15 volte il valore stimato. Il pezzo forte del carteggio, però, è un altro: una lettera indirizzata ancora alla Pendrey, in cui Diana parla della sua luna di miele, descrivendola come “un incredibile successo”. Tre parole su cui i tabloid si sono scatenati: poco prima del matrimonio, infatti, la principessa avrebbe scoperto il bracciale che Carlo avrebbe voluto donare a Camilla e su cui sarebbero state incise le lettere “G” e “F”, cioè “Gladys” e “Fred”, i nomi che i due, dicono le fonti, usavano nell’intimità. A raccontare l’infelice scoperta fu proprio Diana nei nastri registrati per Andrew Morton, che nel 1992 se ne servì per scrivere il libro bomba “Diana. La Sua Vera Storia”. Inoltre sembra addirittura che la notte prima delle nozze l'allora erede al trono abbia confessato alla futura moglie di non amarla. Per questo sembra molto strano che la principessa abbia usato termini così positivi per descrivere il suo viaggio di nozze. Forse si trattò solo del modo migliore per mantenere la riservatezza su un tema tanto delicato, evitare problemi e, perché no, non far preoccupare la sua governante.

“Una delle figure culturali più amate”

“I risultati fenomenali della storica asta…tenutasi appena qualche giorno prima del compleanno della principessa Diana dimostra il motivo per cui Diana è e rimarrà sempre una delle figure culturali più amate e suggestive del mondo”, ha dichiarato Martin Nolan, cofondatore e direttore esecutivo della Julien’s Auctions, citato dalla Bbc. Un’opinione che avrebbe basi concrete: secondo un sondaggio del 2009, riportato dal Guardian, la principessa sarebbe “la persona defunta che i britannici avrebbero voluto incontrare, seconda solo a Gesù Cristo”. Al terzo posto figurava Shakespeare, al quarto Einstein e al quinto Marilyn Monroe. Benché il sondaggio non sia recente ci restituisce comunque l’eco della fama della principessa, che è fortissima anche oggi, tanto da diventare oggetto di studio. Infatti gli esperti di media e di psicologia hanno cercato di capire perché Diana è ancora così popolare, in che modo il suo ricordo riesce a influenzare e a ispirare le persone.

Da “principessa Disney” a “icona”

“[Diana] è stata etichettata dai media come moderna principessa Disney ed elevata allo status di icona”, ha dichiarato a Yahoo Life Rebecca Forster, professoressa associata specializzata in psicologia dei media alla Chapman University’s School of Communication. “È diventata una specie di personaggio immaginario che vive la sua vita indipendentemente dalla persona reale, esercitando un enorme impatto. È morta giovane, bella, molto popolare, tutti gli ingredienti necessari per mantenere lo status di celebrità. In sostanza lei godeva di un momento favorevole e i media lo hanno incoraggiato”. Anche per Don Grant, psicologo dei media per il Newport Healthcare, è stato fondamentale il ruolo dei mezzi di comunicazione per trasformare Diana in un mito: “I media hanno molto potere. Quando parlano di Diana loro parlano dell’icona di moda chic ed elegante. Credo che i media abbiano promosso [la sua immagine] e l’abbiano resa una leggenda urbana”.

“La prima celebrità a parlare dei suoi problemi”

Grant ha messo in evidenza anche un altro aspetto della personalità di Lady D. che ha avuto un’influenza incredibile sulle persone: la schiettezza. “Scarterei [l’idea] che la principessa Diana sia stata la prima influencer. Lei è stata la prima celebrità a parlare sinceramente della sua salute mentale, dell’immagine del corpo, dei suoi problemi, delle sue battaglie…È stata la prima celebrità che ha davvero [parlato di tutto] alla luce del sole”“ Fatto per nulla scontato: “Se qualcuno come un reale, che è bello, ricco, ha prestigio e sembra avere tutto, può raccontare tutte le cose che lei ha raccontato, come l’isolamento, la solitudine, il tradimento, ciò è qualcosa, io credo, in cui molte persone, in particolar modo le donne, possono identificarsi, [pensando] ‘oh mio Dio. Non sono sola”.

Ripensare l’immagine di Diana

“La principessa Diana è una figura iconica e la sua iconicità è stata potenziata attraverso la sua morte”, ha detto a Elle Canada Pauline Maclaran, coautrice di “Royal Fever. The British Monarchy in Consumer Culture”. Tuttavia i Windsor avrebbero ripensato e riadattato questa figura in favore della monarchia: “È interessante notare come la royal family abbia riposizionato, di recente, il brand Diana sotto l’ombrello del suo brand primario, in modo da tenere viva la leggenda in modo positivo”. Ovvero mettendo l’accento sui ruoli di “madre” attraverso le interviste di William e Harry e della “nonna” che sarebbe stata se fosse ancora qui, magari impegnata nel “lavoro per le charity”. Diana “non è più vista come la ribelle…Il marchio Diana ha avuto tre versioni principali sulla stampa: la prima come principessa delle fiabe, la seconda come vittima oppressa dalla royal family e poi, dopo la sua morte, l’emozione del pubblico…l’ha trasformata ancora in una sorta di santa, una madre sacra”.

“Ha sfidato i reali e ha vinto”

Di certo l’empatia e la sincerità di Lady D., come pure i media, hanno avuto un ruolo fondamentale nella costruzione del mito della principessa. Mancherebbe, però, un altro tassello per completare il mosaico: “Amiamo Lady Diana perché ha sfidato i reali e ha vinto”, come ha titolato il Daily Beast in un articolo dello scorso marzo. “Siamo affascinati da Diana”, ha scritto l’autore del pezzo, Chris Bohjalian, perché “non ha semplicemente sfidato una monarchia millenaria”, ma “l’ha sconfitta. Ha sconfitto loro, le persone dietro tutta quella rigidità e quella tradizione…Ha vinto. Forse è stata piegata dal tradimento e dalla sofferenza…ma alla fine si è rialzata.

Ha smesso…di negare chi fosse dentro”. Lady D. ha superato perfino il concetto di eroina moderna, al punto che per lei dovrebbe essere coniato un nuovo termine e, almeno in parte, ripensato perfino il concetto stesso di eroina.

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