Pubblicità choc e trasgressioni hanno legato per anni il fotografo Oliviero Toscani e la famosa azienda tessile di Luciano Benetton. Un binomio che, tra alti e bassi, ha fatto la storia in Italia. Tra Toscani e l'imprenditore dei capi d'abbiglimento, oltre al rapporto professionale, c'era un'amicizia profonda. L'artista della macchina fotografica, venuto a mancare per una malattia rara, riusciva a convincere Benetton a mettere a nudo, nel vero senso della parola, l'anima dell'azienda, che diventava provocazione pura e personificazione della ribellione. L'esempio più lampante è dato dalla campagna pubblicitaria del 1993 Nudi alla meta, dove Luciano Benetton posa senza vestiti, coperto solo dai suoi occhiali tondeggianti. In quella immagine c'è un'unica accortezza, usata solo per evitare la censura: l'imprendotore copre le parti intime con le mani.
Il binomio vincente con Benetton
Le trovate più stravaganti di Toscani per Benetton hanno consentito all'azienda di crescere in maniera esponenziale sul mercato. Ciò è innegabile, dato che a ogni campagna pubblicitaria c'era la reazione scontata di qualcuno che si sentiva offeso, un tran tran che faceva parlare sui mass media per settimane delle immagini incriminate. L'obiettivo era colpire a fondo con foto politicamente scorrette su temi di rilevanza sociale come il razzismo e l'omosessualità. Alcuni scatti sono stati così provocatori da essere addirittura censurati, come nel caso del bacio tra un prete e una suora che scatenò le ire del Vaticano. Ma Luciano Benetton non si è mai scomposto. Con il suo proverbiale aplomb ha sempre schivato con eleganza ogni polemica, forte del rapporto personale che aveva con il fotografo di cui si fidava ciecamente.
Un'amicizia a fasi alterne
Nonostante il profondo legame, però, come riporta il Corriere della Sera, non sono mancati gli screzi ad allontanarli per alcuni periodi. Quando Toscani esagerava qualche reazione bisognava pur averla, ma a rendere la coppia indissolubile erano le loro passioni comuni. Il gioco delle carte e il buon cibo nelle più prestigiose locande venete, anche se ebbe a dire che gli abitanti del Veneto erano tutti ubriaconi. Uno dei momenti più duri che segnò il rapporto personale fu quando Toscani ebbe un'uscita infelice sulla tragedia del ponte Morandi.
“Ma a chi interessa che caschi un ponte, smettiamola”, pronunciò il fotografo nel corso di una diretta radiofonica, scatenando le giuste lamentele del comitato nato nel ricordo delle 43 vittime del crollo. Toscani cercò di rettificare, ma ormai la frittata era fatta. Poi, l'inattesa malattia, l'amiloidosi, che in poco tempo lo ha portato alla morte.
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