Questa è la storia della mostra inutile, fascista, approssimativa, fascista, poco scientifica, fascista, senza comitato di studiosi, fascista, governativa, fascista. Poi Il tempo del Futurismo inaugura il 3 dicembre 2024 (fino a febbraio 2025). E piace a tutti. Appena varchi l'ingresso delle polemichette politiche te ne dimentichi. Allestimento? Perfetto, anche perché gli spazi della Gnam, a Roma, sono già bellissimi. Dentro si respira l'aria di quella pattuglia che si ritrovò intorno a Filippo Tommaso Marinetti nel momento in cui pubblicò il suo Manifesto del Futurismo del 1909. È un viaggio all'interno di quei quadri, quei libri, quel pensiero che diventerà un'avanguardia artistica europea, la prima italiana dopo secoli. Di opere ce ne sono tantissime, trecento opere e centocinquanta libri, e gli oppositori si sono lamentati che sono poche, come se una mostra si basasse sulla quantità. Allestimento impeccabile, c'è pure una replica dell'idrovolante da corsa Macchi Castoldi Mc 72, lì a simbolo dello spirito del futurismo. Fra tanti Balla, Russolo, sculture di Boccioni tra cui il famoso uomo che cammina, deformato dalla velocità, del 1913, intitolato Forme uniche della continuità nello spazio. Che fa il paio con quell'altro genio che passò nel futurismo come una scheggia, Marcel Duchamp, con il suo Nudo che scende le scale, mezzo futurista e mezzo cubista, prima di diventare il fondatore dell`arte contemporanea.
Quattromila metri quadri, ventisei sale con mezzo museo dedicato alla mostra, trecentocinquanta tra quadri, sculture e opere (di cui buona parte proveniente dalla Gnam come ricordano la direttrice Renata Cristina Mazzantini e il curatore Gabriele Simongini).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.