Piemonte, firme false condannati i due Giovine Pdl: non cambia nulla

Il consigliere regionale del Piemonte Michele Giovine è stato condannato a 2 anni e 8 mesi per la falsificazione delle firme a sostegno della lista "Pensionati per Cota" con cui era candidato alle scorse elezioni regionali del 2010

Piemonte, firme false 
condannati i due Giovine 
Pdl: non cambia nulla

Il consigliere regionale del Piemonte Michele Giovine è stato condannato a 2 anni e 8 mesi per la falsificazione delle firme a sostegno della lista "Pensionati per Cota" con cui era candidato alle scorse elezioni regionali del 2010. Anche il padre, Carlo, è stato condannato a 2 anni e 2 mesi.  Oltre alla condanna a 2 anni e 8 mesi, Michele Giovine è stato condannato anche alla sospensione del diritto elettorale per 5 anni e all’interdizione dai pubblici uffici per 2. L’accusa per Giovine era di aver falsificato le firme a sostegno della lista ’Pensionati per Cotà: i tabulati telefonici e l’esame delle firme, nonchè dalle ammissioni dei testi, avrebbero fatto emergere che Giovine e suo padre non si trovavano nei Comuni di Gurro e Miasino, nel novarese, nei giorni in cui hanno attestato di avere autenticato le sottoscrizioni. Per il giudice Alessandro Santangelo, che ha emesso la sentenza, sarebbero state falsificate 17 firme su 19. La lista ’Pensionati per Cotà è una delle liste al centro dei ricorsi elettorali del centrosinistra nell’ambito della vicenda che l’anno scorso aveva portato al riconteggio delle schede elettorali del Piemonte, poi sospeso dal Consiglio di Stato.

Pdl: "Non cambia l'esito del voto" "La condanna di Giovine non cambia l’esito del voto: Cota è e resta legittimamente e legalmente il presidente regolarmente eletto con suffragio diretto dai cittadini": Enzo Ghigo, coordinatore regionale del Pdl in Piemonte, commenta in questo modo la condanna del leader dei Pensionati per Cota. "Chi ha votato per la lista Pensionati - spiega il senatore - voleva in modo inequivocabile votare anche per Cota. Ora inizierà nuovamente il walzer delle polemiche da parte degli esponenti delle sinistre che si aggrappano alla legalità solo quando fa comodo".

"Il Consiglio di Stato - conclude Ghigo - credo che abbia già chiarito in modo cristallino che i voti di Cota non si toccano, quindi confido nella responsabilità dei partiti di minoranza affinchè la loro opposizione sia fatta finalmente sui contenuti e non su cavilli legali pretestuosi"

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