Pisapia: "Ho aperto la strada" Se Milano è solo l'inizio allora siamo messi bene...

Il vendoliano gioisce per la "liberazione". Ma sappiamo cosa porta la rivoluzione arancione: tasse, più diritti ai rom e tutele agli islamici. Davvero vogliamo lo stesso destino per l'Italia?

Pisapia: "Ho aperto la strada" Se Milano è solo l'inizio allora siamo messi bene...

Se quella è la strada, allora l'Italia e gli italiani sono davvero messi male. Un triste futuro li aspetta. Perché se davvero, come ha twittato il neo sindaco di Milano Giuliano Pisapia, la "liberazione" da Silvio Berlusconi e dal berlusconismo è partita dal capoluogo lombardo e se davvero tutto il Paese si infilerà, a testa bassa, nello stesso vicolo cieco, allora la situazione è peggiore di quanto non avessimo mai temuto.

"Italia buongiorno. Allora è vero: Milano aveva aperto la strada", ha scritto Pisapia questa mattina su Twitter per "festeggiare" le dimissioni di Berlusconi da presidente del Consiglio e l’arrivo del governo tecnico a guida Mario Monti. Con cartelloni arancioni e la scritta "Milano buongiorno", il nuovo inquilino di Palazzo Marino aveva ringraziato, a maggio, i milanesi per averlo scelto come sindaco, il primo della sinistra dopo 18 anni di guida del centrodestra. Erano state le parole del leader del Sel Nichi Vendola a gettare sulla faccia dei cittadini una secchiata d'acqua ghiacciata. "Abbracciamo i nostri fratelli rom e musulmani", aveva urlato il governatore della Puglia che aveva valicato gli Appennini e invaso la Pianura Padana per mettere il cappello sulla vittoria di Pisapia. Una sberla che aveva inziato a incrinare la luna di miele tra i cittadini e il sindaco della borghesia radical chic. Da lì i consensi, stando a quanto dicono gli organi di stampa, hanno iniziato a scendere. Colpa anche delle priorità che Pisapia ha voluto anteporre nella sua legislatura. Dal tavolo con le comunità musulmane in vista dell'apertura dei centri di culto islamici all'apertura ai cambi rom abusivi, fino all'istituzione del registro delle unioni civili e ai favori elargiti allo storico centro sociale Lonkavallo. E ancora (o forse: soprattutto): l'inasprimento delle tariffe dei mezzi pubblici, l'allargamento dell'ecopass (già in odio ai milanesi) e il taglio consistente dei servizi base.

"Cinque mesi dopo le elezioni a Milano - ha scritto Pisapia oggi su Facebook - rieccoci a festeggiare un’altra vittoria: stavolta quella del buon senso, per le elezioni ci vorrà ancora un po' di tempo. Ma noi ne siamo orgogliosi perché allora è vero, come hanno scritto in molti, che Milano aveva aperto la strada. Oggi è terminata un’epoca: fine degli illusionisti e della seconda repubblica". Milano ha aperto la strada, è vero, ma Milano dovrebbe diventare anche il banco di prova per gli elettori di centrodestra per ricordare cosa significa dare un Paese in mano a un centrosinistra che imbarca anche l'ala radicale e conservatrice. La giunta Pisapia è la prova. Se dopo il governo tecnico all'Italia dovesse toccare un esecutivo che, guidato da Pierluigi Bersani, imbarca i giustizialisti dell'Idv e i vetero comunisti del Sel, possiamo già immaginarci qual è il destino del Belpaese.

"Cominciamo bene la terza con rigore, concretezza e giustizia sociale - è l'invito di Pisapia - la serietà, la sobrietà, la passione civile che ci hanno portato a Palazzo Marino e il risveglio del 'popolo arancione', stanco di essere umiliato, hanno contagiato il Paese. E dunque, Italia Buongiorno!". Si sa, Milan l'è un grand Milan. Sempre. Saprà rialzarsi, anche dopo la rivoluzione arancione.

E l'Italia saprà fare lo stesso? Se i presupposti sono gli insulti e l'odio di piazza che è andato in scena ieri sera davanti ai Palazzi del nostro potere, si intravedono nuovoloni grigi all'orizzonte. Un grigio cupo che riecheggia sulla vecchia nenia O partigiano, portami via... O bella ciao, bella ciao... Italia, buona fortuna...

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica