Milano - Calcio e soldi. Anzi, calcio e debiti. Della questione si è occupato Michel Platini, presidente dell'Uefa. Ha deciso di impegnarsi in prima persona per cercare di risanare i conti dei club, attraverso nuove regole a livello europeo. E, annunciando ai giornali il suo programma, ha sparato a zero contro un club italiano, l'Inter di Massimo Moratti. Con una piccola-grande imprecisione, che gli è sata subito contestata. La società nerazzurra, infatti, ha respinto al mittente ogni addebito: niente debiti con le banche.
L'accusa di Platini Al quotidiano inglese Daily Telegraph Platini ha detto: "Con le nuove regole proteggeremo il business di Abramovich, Massimo Moratti e Glazer. Sono sicuro che vogliono vendere, ma chi comprerebbe club con tanti debiti? Chi sarebbe così stupido?". La risposta non si è fatta attendere.
La replica dell'Inter "Comprendiamo le sue preoccupazioni istituzionali per l’economia del calcio europeo - replicano dalla sede nerazzurra - ma citando l’Inter nei suoi ragionamenti dimentica che il nostro club non ha debiti con le banche. L’Inter non rientra nell’ambito di quei club che, da questo punto di vista, possono preoccupare il presidente Uefa".
Tre anni e basta debiti L'obiettivo di Platini è quello di rimettere in ordine i conti dei club, eliminando i debiti. In altre parole, porre fine all'era degli eccessi economici del calcio europeo. "Il criterio che seguiremo - ha detto il presidente dell'Uefa - è che chi vorrà partecipare alle nostre competizioni non potrà spendere più di quanto incassa. Tutti i proprietari mi hanno chiesto una migliore filosofia, più trasparenza. In Germania i debiti non sono consentiti, in Inghilterra sì".
Attrarre gli investitori Il numero uno dell'Uefa è convinto che la nuova regolamentazione avvicinerà nuovi potenziali investitori. "Se regoli il sistema, più persone saranno interessate ad acquistare. Non sono un economista, ma uso la logica".
Stop esterofilia Platini si augura inoltre che il calcio europeo non segua l’esempio della Premier League dove 10 club su 20 sono in mano di proprietari stranieri. "Mi piace quando si investe nei propri campionati d’origine.
Gli inglesi dovrebbero fare leggi per impedire l’arrivo di altri investitori stranieri, così come in Germania dove uno straniero non può controllare più del 50% della società. In Francia gli stadi sono di proprietà dei comuni locali. A me piace il modello del Barcellona: i tifosi sono gli azionisti e non può esserci un proprietario straniero".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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