Le Polaroid fra mito e Lady Gaga

C ifre e notizia sono di quelle che fanno perdere la testa a qualunque collezionista: più di 1200 opere dalla Collezione Polaroid saranno battute all’asta a New York il 21 e 22 giugno prossimi. Si tratta della raccolta cominciata da Edwin Land, lo scienziato americano che inventò le macchine fotografiche a sviluppo istantaneo e co-fondatore di Polaroid Corporation nel 1937. La rivoluzionaria tecnologia si basava sul principio di polarizzazione della luce e affascinò nei decenni centinaia di artisti perché eliminava la distanza tra ispirazione e realizzazione. Quel magico foglietto che una volta uscito dalla fotocamera bastava sventolare nell’aria per pochi secondi ridefinì l’estetica e cambiò la storia dell’arte fotografica. Il nucleo di lavori che la casa d’aste Sotheby’s propone è stimato tra i sette e i dodici milioni di dollari e fa parte delle vendite approvate a seguito della bancarotta dell’azienda decretata alla fine del 2008. Comprende pezzi di alcuni dei più apprezzati maestri dell’obiettivo, primo fra tutti Ansel Adams.
Adams iniziò a fare il consulente di Edwin Land un anno dopo le prime vendite della macchina istantanea, e rimase al suo fianco per circa 35 anni, producendo bianchi e neri tra i più radicali e drammatici della storia di questa giovane arte. Dal suo arrivo in Polaroid, Adams si dedicò alla costruzione della collezione, acquistando scatti di colleghi e grandi maestri come Margaret Bourke-White, Dorothea Lange, Edward Weston, Robert Frank, William Garnett, o scegliendo artisti emergenti in base al suo gusto e alla sua sensibilità. La raccolta prese vita e crebbe anche grazie a un’iniziativa intrapresa dalla stessa compagnia intorno agli anni Sessanta: una specie di mecenatismo che supportò autori come Chuck Close, William Wegman, Lucas Samaras e David Levinthal, fornendo loro macchine e rullini in cambio di fotografie che permise di raggiungere la cifra di 16mila lavori raccolti.
L’asta propone la crema di questo assortimento artistico e rappresenta circa il 90 per cento del suo valore totale. Molti pezzi appartengono allo stesso Adams (400 tra polaroid e non polaroid), incluso il capolavoro di grandi dimensioni che ritrae i cedri dello Yosemite National Park, da lui realizzato utilizzando il rullino Polaroid 55 in bianco e nero ad altissima risoluzione e stimato intorno al 60-90mila dollari. Da segnalare anche lavori di Andy Warhol, Peter Beard o Harry Callahan, opere uniche e irripetibili. Oggi il nome Polaroid è di proprietà della compagnia di holding PLR IP che ne controlla anche le licenze di produzione e il suo mito è tornato sfoggiando una rinnovata tecnologia.

Ora si guarda al digitale e a un formato di stampa perfetto per il rapido passaggio dallo scatto al web. Testimonial d’eccezione, Maurizio Galimberti (artista che dagli anni Novanta lavora con macchine Polaroid) e la star del pop internazionale Lady Gaga, nominata art director con un contratto pluriennale.

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