La Bce taglia i tassi: il tasso sui depositi scende al 3,50%

Rimarrà invece invariato lo spread di 25 punti base tra il tasso sulla linea di prestito marginale e quello sulle operazioni di rifinanziamento

La Bce taglia i tassi: il tasso sui depositi scende al 3,50%
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Il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea ha annunciato una riduzione del tasso sui depositi di 25 punti base, portandolo al 3,50%. Questo tasso rappresenta uno degli strumenti principali con cui la BCE orienta la politica monetaria. Inoltre, a partire dal 18 settembre 2024, entreranno in vigore altre misure, tra cui la fissazione dello spread tra il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento e il tasso sui depositi a 15 punti base, come deciso a seguito della revisione del quadro operativo. Rimarrà invece invariato lo spread di 25 punti base tra il tasso sulla linea di prestito marginale e quello sulle operazioni di rifinanziamento.

Il piano per abbassare l'inflazione

Il Consiglio direttivo della Bce "è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell'inflazione al suo obiettivo del 2% a medio termine. Manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finchè necessario a conseguire questo fine". Per determinare livello e durata adeguati della restrizione, il Consiglio direttivo "continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione". In particolare, le decisioni sui tassi di interesse "saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell'inflazione di fondo e dell'intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi".

Le stime

Le nuove proiezioni degli esperti della Bce indicano un leggero taglio alle stime di crescita economica nell'Eurozona.

Nel comunicato diffuso al termine della riunione del Consiglio direttivo, la Banca prevede ora una crescita dello 0,8% nel 2024, dell'1,3% nel 2025 e dell'1,5% nel 2026. Queste stime rappresentano una lieve revisione al ribasso rispetto a quelle di giugno, dovuta principalmente a un minor contributo della domanda interna nei prossimi trimestri.

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