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Il Centro Studi Confindustria (CsC) analizza il quadro economico italiano a febbraio 2025, evidenziando una ripresa ancora fragile, ostacolata dall'inflazione in risalita, dall'incertezza sui dazi Usa e dalla debolezza del settore industriale. Tuttavia, i mercati finanziari segnalano prospettive più rosee nel medio periodo.
Ripartenza stentata e inflazione in aumento
L'inizio del 2025 vede un sostegno all'economia derivante dal proseguire del taglio dei tassi d’interesse, mentre l'inflazione torna a salire a causa del rincaro di gas ed elettricità. Il Pil italiano, fermo nel terzo e quarto trimestre 2024, è previsto in lieve crescita. Tuttavia, permangono le incertezze legate ai possibili dazi imposti dagli Stati Uniti, che potrebbero frenare scambi commerciali e investimenti.
Energia: prezzi in crescita, impatto su famiglie e imprese
Il prezzo del gas in Europa continua la sua impennata, raggiungendo i 53 euro/MWh a febbraio (da 49 euro a gennaio e 26 euro un anno fa). Il prezzo unico nazionale dell’elettricità segue la stessa tendenza, toccando i 155 euro/MWh. In controtendenza, la quotazione del petrolio è scesa a 76 dollari al barile.
Politica monetaria: taglio dei tassi e credito in contrazione
A fine gennaio, la Bce ha ridotto i tassi di un quarto di punto percentuale, portandoli al 2,75%. Il mercato prevede ulteriori due tagli nel corso del 2025. In Italia, i tassi per le imprese sono scesi oltre un punto percentuale, ma il credito continua a contrarsi (-2,3% su base annua), segnalando una ripresa ancora incerta.
Consumi e investimenti: crescita a singhiozzo
Le vendite al dettaglio hanno registrato un recupero a dicembre (+0,8%), riducendo il calo del quarto trimestre a -0,2%. La fiducia dei consumatori è in ripresa a gennaio (98,2 da 96,3), ma l’indicatore Icc suggerisce una frenata nei consumi a inizio 2025. Anche gli investimenti faticano a beneficiare della politica monetaria meno restrittiva: la fiducia delle imprese migliora solo lievemente (95,7 da 95,3), mentre l’incertezza rimane elevata.
Crisi dell’automotive, crescita modesta nei servizi
L’industria continua a soffrire: la produzione industriale è calata dell’1,1% nel quarto trimestre 2024, segnando il settimo trimestre consecutivo in contrazione. Il settore automotive è in caduta libera (-36,6% rispetto a dicembre 2023). Nei servizi, la crescita è modesta: la spesa dei turisti stranieri è aumentata solo dell’1,3% annuo a dicembre e l’indice Pmi si mantiene appena sopra la soglia di espansione (50,4).
Export penalizzato dai bassi scambi intra-europei
A dicembre l’export di beni italiani ha registrato una moderata ripresa (+1,9%), ma su base annua resta in leggero calo (-0,4%). La debolezza del commercio intra-Ue (-1,9%) ha pesato più dell’aumento extra-Ue (+1,2%). I principali mercati di sbocco (Germania, Usa, Francia) hanno mostrato una flessione, mentre sono cresciute le vendite verso Spagna, Regno Unito e Turchia.
Eurozona in Difficoltà, Usa e Cina con dinamiche contrapposte
Nell’Eurozona, l’industria non riparte: i Pmi manifatturieri di gennaio restano sotto la soglia di espansione, con la sola eccezione della Spagna. La produzione industriale tedesca è in forte calo (-2,9%), mentre la Francia segna una lieve flessione (-0,4%). Negli Stati Uniti, la produzione industriale sorprende in positivo (+0,5% a gennaio), ma i consumi interni rallentano. In Cina, la manifattura tiene, ma la crescita dei consumi frena (+3,0% annuo a novembre da +4,8%).
Boom della Borsa: indicatori positivi per la crescita?
Le Borse segnalano aspettative più ottimistiche: l’indice S&P-500 negli Usa è salito del +132% rispetto ai livelli di inizio 2019, mentre il Nasdaq è aumentato del +228%. Anche in Europa i listini sono in forte crescita: il Dax tedesco segna un +8% a febbraio, il Ftse Mib italiano +7,7%, raggiungendo rispettivamente +98% e +85% rispetto al 2019.
Focus sulle banche: Le azioni bancarie registrano aumenti record: +199% in Italia e +170% in Germania sul 2019, sostenute dai tassi ancora elevati e dalle misure di supporto della Bce e della Fed.
Mercati finanziari e Pil: Storicamente, l’andamento delle Borse e la crescita economica sono correlati. In Italia, la relazione tra Ftse Mib e Pil è stata del 78% nel periodo 2019-2024. Tuttavia, le incertezze globali, come la volatilità dei mercati (indice Vix in aumento) e il rischio di dazi Usa, potrebbero frenare l’ottimismo.
Prospettive incerte tra ripresa lenta e mercati ottimisti
L’economia italiana affronta un avvio di 2025 segnato da ostacoli strutturali, con un’industria in affanno, consumi e investimenti ancora deboli, mentre le Borse lanciano segnali di fiducia per il medio
periodo. Resta da vedere se il trend positivo dei mercati si tradurrà in una ripresa più sostenuta del Pil, oppure se le tensioni internazionali e l’incertezza economica continueranno a rappresentare un freno alla crescita.
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